Con qualche mezzo di fortuna, insisto e tengo aggiornato questo blog-diario.
A parte tutto, giugno si è rivelato mese di buone nuove bevute.
Qualche giorno fa abbiamo riempito la macchina per fare tappa a Cisternino (BR) e recarci al pub Nincasi.
Locale dalla storica passione per le birre, offre una lista di circa 300 birre. Per via di organizzazione e/o stagionalità, però, nella pratica il numero si riduce sotto al centinaio.
Assolutamente tante ed interessanti, ma leggere nomi come Lutece, Bombardier ecc... e poi restare delusi dalla indisponibilità è un peccato. Ad ogni modo, grande scelta soprattutto da Belgio, Inghilterra e USA.
Molto simpatico, disponibile e preparato il publican, disponibile a chiacchierare anche su homebrewing e scena birraria internazionale. Ci ha anche parlato del Nincasi beer festival 2011 in programma a fine luglio, ed anche anticipato l'arrivo di birre con etichetta Nincasi. Saranno artigianalmente prodotte nell'impianto di Birranova (Triggianello), e dalle sue parole dovrebbero essere una Oatmeal Stout ed una IPA.
Una scelta che punta a fare dello storico locale un ulteriore riferimento di appassionati. Da seguirne è, comunque, l'evoluzione nei prossimi mesi.
Tra tutto il marasma di birre in elenco, ho cercato qualcosa di diverso dal solito, anche se di introvabile c'è davvero tanto.
E l'overdose di belghe d'abbazia in elenco, invece, mi ha fatto virare su qualcosa di livello diverso e dal fascino "pacifico".
Ho preso una Steam, stile birraio nonchè marchio registrato della Anchor Brewing, di cui in passato ho solo avuto modo di prendere l'ottimo Barley wine (anzi...Barleywine) Old Foghorn. Mi piace riportare una piccola descrizione di questo stile e della sua storia.
La steam è probabilmente l'unico stile birrario originario del Nordamerica (se non si considerano le America Lager e il Malt Liquor, variazioni sul tema di stili già esistenti.
La Steam è marchio registrato della Anchor, una piccola birreria di San Francisco, fondata a fine Ottocento. A quell'epoca le lager cominciavano a imporsi anche negli USA, sostituendo le tradizionali Ales. La refrigerazione artificiale non era ancora diffusa ed in California si tentò di produrre una birra che somigliasse alla Lager, producendo in realtà un ibrido tecnico e gustativo. Si impiegarono, infatti, lieviti di bassa fermentazione, mantenuti però a temperature più elevate, tipiche di una Ale. Si cercò di favorire la sedimentazione dei lieviti sul fondo (come nelle Lager) impiegando vasche di fermentazione larghe e basse.
Il risultato fu una birra molto vivace, con una forte effervescenza spontanea, che quando veniva spillata dai barili in legno (narra la leggenda) produceva una grande quantitò di gas carbonico, da cui il nome "steam beer" cioè birra a vapore. Pare che questo tipo di birra fosse molto diffuso nella Califonia settentrionale a cavallo tra i due secoli. La Steam beer conobbe un forte declino negli anni '60 e se esiste ancora lo si deve esclusivamente a Fritz Maytag, un americano di origini svizzere, che alla fine di quel decennio rilevò l'ultima fabbrica in attività, che stava per chiudere, e la rilanciò dando nuovo lustro a questo stile birrario. Anchor è il nome del piccolobirrificio di Maytag, che in un certo senso è stato l'antesignano del movimento dei microbirrifici e dei brewpub, oggi molto attivo negli Stati Uniti. La Anchor produce ancora oggi questo tipo di birra con il metodo tradizionale, pur senza "sbuffi di vapore" dai barili in legno.
(fonte: Il libro della birra - Tullio Zangrando, Mirco Marconi)
La steam ha un gusto inusuale. La schiuma è buona di persistenza e a grana media. Sprigiona subito odori rustici, con leggere note sulfuree.
Ma è un odore piacevole, non confermato alle prime boccate ma successivamente.
Appare subito di una bella carbonazione vivace, ho apprezzato soprattutto il gusto dolce ed un po' fruttato. Ma il bello è stato il finale della boccata: la carbonazione e il suo corrispondente amaro si legano meravigliosamente con un amaro da luppolo, che sufficientemente già si avvertiva al palato. La sensazione boccale di frizzantezza e la tenue nota amara lasciano bevibilità e leggerezza favolose, e fanno di questa birra una piccola chicca nell'universo delle craft beer americane.
Complimenti ad Anchor ed al Nincasi!
A parte tutto, giugno si è rivelato mese di buone nuove bevute.
Qualche giorno fa abbiamo riempito la macchina per fare tappa a Cisternino (BR) e recarci al pub Nincasi.
Locale dalla storica passione per le birre, offre una lista di circa 300 birre. Per via di organizzazione e/o stagionalità, però, nella pratica il numero si riduce sotto al centinaio.
Assolutamente tante ed interessanti, ma leggere nomi come Lutece, Bombardier ecc... e poi restare delusi dalla indisponibilità è un peccato. Ad ogni modo, grande scelta soprattutto da Belgio, Inghilterra e USA.
Molto simpatico, disponibile e preparato il publican, disponibile a chiacchierare anche su homebrewing e scena birraria internazionale. Ci ha anche parlato del Nincasi beer festival 2011 in programma a fine luglio, ed anche anticipato l'arrivo di birre con etichetta Nincasi. Saranno artigianalmente prodotte nell'impianto di Birranova (Triggianello), e dalle sue parole dovrebbero essere una Oatmeal Stout ed una IPA.
Una scelta che punta a fare dello storico locale un ulteriore riferimento di appassionati. Da seguirne è, comunque, l'evoluzione nei prossimi mesi.
Tra tutto il marasma di birre in elenco, ho cercato qualcosa di diverso dal solito, anche se di introvabile c'è davvero tanto.
E l'overdose di belghe d'abbazia in elenco, invece, mi ha fatto virare su qualcosa di livello diverso e dal fascino "pacifico".
Ho preso una Steam, stile birraio nonchè marchio registrato della Anchor Brewing, di cui in passato ho solo avuto modo di prendere l'ottimo Barley wine (anzi...Barleywine) Old Foghorn. Mi piace riportare una piccola descrizione di questo stile e della sua storia.
La steam è probabilmente l'unico stile birrario originario del Nordamerica (se non si considerano le America Lager e il Malt Liquor, variazioni sul tema di stili già esistenti.
La Steam è marchio registrato della Anchor, una piccola birreria di San Francisco, fondata a fine Ottocento. A quell'epoca le lager cominciavano a imporsi anche negli USA, sostituendo le tradizionali Ales. La refrigerazione artificiale non era ancora diffusa ed in California si tentò di produrre una birra che somigliasse alla Lager, producendo in realtà un ibrido tecnico e gustativo. Si impiegarono, infatti, lieviti di bassa fermentazione, mantenuti però a temperature più elevate, tipiche di una Ale. Si cercò di favorire la sedimentazione dei lieviti sul fondo (come nelle Lager) impiegando vasche di fermentazione larghe e basse.
Il risultato fu una birra molto vivace, con una forte effervescenza spontanea, che quando veniva spillata dai barili in legno (narra la leggenda) produceva una grande quantitò di gas carbonico, da cui il nome "steam beer" cioè birra a vapore. Pare che questo tipo di birra fosse molto diffuso nella Califonia settentrionale a cavallo tra i due secoli. La Steam beer conobbe un forte declino negli anni '60 e se esiste ancora lo si deve esclusivamente a Fritz Maytag, un americano di origini svizzere, che alla fine di quel decennio rilevò l'ultima fabbrica in attività, che stava per chiudere, e la rilanciò dando nuovo lustro a questo stile birrario. Anchor è il nome del piccolobirrificio di Maytag, che in un certo senso è stato l'antesignano del movimento dei microbirrifici e dei brewpub, oggi molto attivo negli Stati Uniti. La Anchor produce ancora oggi questo tipo di birra con il metodo tradizionale, pur senza "sbuffi di vapore" dai barili in legno.
(fonte: Il libro della birra - Tullio Zangrando, Mirco Marconi)
La steam ha un gusto inusuale. La schiuma è buona di persistenza e a grana media. Sprigiona subito odori rustici, con leggere note sulfuree.
Ma è un odore piacevole, non confermato alle prime boccate ma successivamente.
Appare subito di una bella carbonazione vivace, ho apprezzato soprattutto il gusto dolce ed un po' fruttato. Ma il bello è stato il finale della boccata: la carbonazione e il suo corrispondente amaro si legano meravigliosamente con un amaro da luppolo, che sufficientemente già si avvertiva al palato. La sensazione boccale di frizzantezza e la tenue nota amara lasciano bevibilità e leggerezza favolose, e fanno di questa birra una piccola chicca nell'universo delle craft beer americane.
Complimenti ad Anchor ed al Nincasi!
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