La Bomb, Libera e Bottoni: tutto in una notte ad Infermento


Vi ho partecipato nel corso dei mesi scorsi. E ieri sera si è chiuso il cerchio.
Sto parlando del tanto discusso Collettivo Birra e della prima nata Bomb.

Non entrerò nel marasma litigioso venutosi a creare nei mesi scorsi per via del nome di questa birra e degli strascichi seguiti sul web tra favorevoli e contrari. Liquido la faccenda affermando che, a mio parere, tutti i protagonisti hanno esagerato, su ogni fronte, e credo nessuno possa darmi torto.
Dalla mia posso solo dire che per porre fine subito alla faccenda si poteva anche trasformare Bomb in No Bomb, e sarebbero vissuti tutti felici e contenti.
Ok, stop, ho detto anche troppo.

Passiamo alla serata, che si è svolta presso Infermento, ospitale locale a Polignano a Mare (BA) che, avendo saputo dell'iniziativa, mi ha coinvolto per portare in terre apuliche la tanto discussa birra.
Nella pratica, si è trattato di pianificare ben poco se non data e modalità di svolgimento della serata, trascorsa senz'altro positivamente.

E' riuscito a raggiungere Infermento anche lo stesso birraio Lorenzo "Marcos" Bottoni, intenzionato a prendere parte a quest'ultimo appuntamento nazionale con le serate di presentazione, in cui parla del progetto Collettivo Birra e della futura trasformazione in onlus con partecipazione di Bad Attitude solo marginale.
Anche Libera era presente, ebbene sì. Pur con mille peripezie, alla fine due volontari dei presidi di Adelfia e Bari hanno voluto prender parte, rappresentando l'associazione intera in quella sede.

Inizio verso le ore 22.00, con relativa breve presentazione ai presenti del progetto, delle finalità, degli scop(p)i benefici e della birra.
E sì, perchè in fin dei conti è di questo che bisogna parlare.



Bisogna premettere che la cotta risale a maggio. Nonostante i 6 mesi di maturazione, la condizione in cui la Bomb si è presentata è stata assolutamente buona. Birra in salute, anche se con delle differenze tra bottiglia e fusto (keykeg, per la precisione, il cui attacco è stato fortunatamente procurato da un autoctono "birraio della provvidenza").
La birra in bottiglia godeva di ottima salute davvero, con un aroma molto carico ed un amaro aggressivo e persistente. La birra in fusto, invece, appariva alquanto spenta in confronto. Per palati e narici saturi di luppoli così duri nella loro fragranza, forse addirittura è risultata migliore a causa di questo effetto smorzante.
Queste differenze si riconducono, sostanzialmente, al fatto chela birra in bottiglia è rifermentata, mentre quello in fusto no. Come sicuramente chi mi legge sa, questo significa che appena i lieviti hanno esaurito gli zuccheri residui nel fusto, la birra ha cominciato la sua parabola discendente di decadimento. Questo non è potuto succedere in bottiglia perchè è stato aggiunto dello zucchero per la rifermentazione in bottiglia, appunto. E questo assicura una più lunga shelf life (cioè, periodo massimo di vitalità del prodotto), vale a dire zuccheri che fanno da nutrimento al lievito e che mantengono il gusto in continua evoluzione e conservazione.

A parte ciò, a mio parere è una birra che rappresenta molto bene lo stile IPA come è inteso oggi. In realtà, come afferma molto dettagliatamente Stefano Ricci su Appuntidigola.it, le IPA di oggi sono qualcosa di diverso da quelle di un tempo, bensì sono intepretazioni americane dello stile.
E questolo ritengo valido anche per la Bomb, pur essendoci materie prime britanniche e non americane.
Ma non si tratta neppure di una American IPA a mio parere, in quanto un certo caramello o un maggiore tasso alcolico non sono sue caratteristiche.
Al netto di tutte queste sfumature di stile, penso sia praticamente esatto definirla IPA e basta.

Tornando alla serata, ribadisco che è stata sicuramente positiva. Gente molto interessata e coinvolta, con lo stupore dello stesso Bottoni e soddisfazione del publican Giuseppe.
Clima molto giovane e neanche troppo formale, spezzato dagli allegri schiamazzi di un folto gruppo di inglesi. Ebbene sì, inglesi in Puglia. Militari, quindi gente piuttosto sotto la media della goliardia dei frequentatori delle public houses d'Oltremanica. Sicuramente un ottimo "arredamento" all'atmosfera nonchè un motivo di chiacchierare con sconosciuti, una delle attività birrarie che preferisco.



Goliardia e soddisfazione, contento di aver condiviso la serata con altri colleghi homebrewer, appassionati ed immancabili amici di sempre!

Una serata collettiva per me, in tutti i sensi.

Commenti

  1. non sapevo che Polignano fosse così bella.
    non conoscevo la cortesia di Giuseppe.
    non conoscevo la cordiale accoglienza dei miei (quasi) conterranei pugliesi.
    tante cose non sapevo.
    ora le so e mi ritengo fortunato.
    grazie Jarrett, grazie Giuseppe
    marcos

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  2. Grazie a te per la tua presenza, la determinazione e la riconoscenza. A presto!
    Angelo

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