Dopo una settimana di continue delusioni e di avvenimenti personali negativi, ci mancava solo questa...!
Riunitici venerdì pomeriggio per imbottigliare la nostra american pale ale, scopriamo un'inquietante situazione.
La birra aveva già subito un travaso circa una settimana prima. Il lievito sul fondo era molto compatto, con presenza di sufficienti depositi di luppolo. Il colore, pur essendo biondo sul dorato carico, sembrava in parte opaco. Una certa torbidità si poteva osservare, ma era pur sempre una birra giovanissima e che conteneva ancora lieviti sospesi e roba varia. E fin qui poteva ancora sembrare tutto ok.
Ma proprio poco prima di imbottigliare, dopo aver tolto il fermentatore del frigo dove lo avevamo posto per far precipitare e compattare i depositi portandolo ad 8°C, ci accorgiamo che qualcosa non va.
La torbidità è spaventosa, nonostante travaso e raffreddamento.
La FG è sui 1018, ottima essendo partiti da oltre 1060. Ma il colore è davvero impenetrabile.
Al naso non si denota nessun particolare difetto, da bendati la birra ci sarebbe sembrata decisamente invitante, per colpa o per merito anche dell'Amarillo.
In bocca non si sente molto di strano, forse nel finale si avverte qualcosa di legnoso ed appena oleoso, ma neanche così evidenti.
Ad ogni modo, proprio non riusciamo a capire il motivo di questo problema.
E ci mettiamo a formulare varie ipotesi.
Sull'ammostamento non ci sono stati problemi, abbiamo rispettato tempi e temperature quasi perfettamente. E all'uscita dalla fase di sparging il mosto non era affatto così torbito.
Scartati gli errori di ammostamento, si è andato su altro. Anche i luppoli sono stati esclusi dai colpevoli, in quanto pur essendo uscito del luppolo dagli hop bag, questi avrebbero dovuto depositarsi sul fondo piuttosto che restare in sospensione.
Allora ci rimangono due possibili diagnosi per la nostra ammalata.
Una può prevedere una qualche infezione, anche se non abbiamo individuato una fase o un procedimento in cui siamo stati poco accorti, magari un'infezione durante il raffreddamento o l'ossigenazione durante il trasferimento in fermentatore. Potremmo anche pensare a qualche problema con i malti, con qualche malto contenente funghi o altri agenti, anche se sembra poco probabile in quanto le temperature dell'ammostamento e della bollitura non possono permetterlo.
Un'altro motivo può essere legato a problemi dovuti all'ingrediente imprevisto: il pepe rosa, imputato numero uno. Dovremmo provare, però, a ricavarne un infuso per vedere se l'effetto di torbidità è dovuto a questo agente e a reazioni che, ignari, possiamo solo immaginare essere avvenute in bollitura. Un'infezione legata al pepe rosa, però, la escludiamo essendo andato in bollitura.
Insomma...eravamo in tre ma non siamo comunque arrivati alla soluzione del mistero. Giusto per scrupolo abbiamo comunque imbottigliato, sperando in chissà quale grazia che non la faccia inacidire o che non faccia esplodere le bottiglie...
Tra leggi di Murphy e maledizioni, il nome che Ivan suggeriva potrebbe essere il suo definitivo, e cioè Montezuma. La nota "Vendetta di Montezuma" riguarda infezioni, maledizioni e quant'altro, per cui si addice parecchio alla nostra avventura. Non credo mi dedicherò a fare uno straccio di etichetta stavolta...
Ora sarà molto interessante, didattico e prezioso osservare l'evoluzione di questa birra nei prossimi mesi, almeno per capire qualcosa in più e valutare per bene l'accaduto per evitare che si ripeta.
E vabè, pazienza...ci rimetteremo presto al lavoro!
Cheers!
Riunitici venerdì pomeriggio per imbottigliare la nostra american pale ale, scopriamo un'inquietante situazione.
La birra aveva già subito un travaso circa una settimana prima. Il lievito sul fondo era molto compatto, con presenza di sufficienti depositi di luppolo. Il colore, pur essendo biondo sul dorato carico, sembrava in parte opaco. Una certa torbidità si poteva osservare, ma era pur sempre una birra giovanissima e che conteneva ancora lieviti sospesi e roba varia. E fin qui poteva ancora sembrare tutto ok.
Ma proprio poco prima di imbottigliare, dopo aver tolto il fermentatore del frigo dove lo avevamo posto per far precipitare e compattare i depositi portandolo ad 8°C, ci accorgiamo che qualcosa non va.
La torbidità è spaventosa, nonostante travaso e raffreddamento.
La FG è sui 1018, ottima essendo partiti da oltre 1060. Ma il colore è davvero impenetrabile.
Al naso non si denota nessun particolare difetto, da bendati la birra ci sarebbe sembrata decisamente invitante, per colpa o per merito anche dell'Amarillo.
In bocca non si sente molto di strano, forse nel finale si avverte qualcosa di legnoso ed appena oleoso, ma neanche così evidenti.
Ad ogni modo, proprio non riusciamo a capire il motivo di questo problema.
E ci mettiamo a formulare varie ipotesi.
Sull'ammostamento non ci sono stati problemi, abbiamo rispettato tempi e temperature quasi perfettamente. E all'uscita dalla fase di sparging il mosto non era affatto così torbito.
Scartati gli errori di ammostamento, si è andato su altro. Anche i luppoli sono stati esclusi dai colpevoli, in quanto pur essendo uscito del luppolo dagli hop bag, questi avrebbero dovuto depositarsi sul fondo piuttosto che restare in sospensione.
Allora ci rimangono due possibili diagnosi per la nostra ammalata.
Una può prevedere una qualche infezione, anche se non abbiamo individuato una fase o un procedimento in cui siamo stati poco accorti, magari un'infezione durante il raffreddamento o l'ossigenazione durante il trasferimento in fermentatore. Potremmo anche pensare a qualche problema con i malti, con qualche malto contenente funghi o altri agenti, anche se sembra poco probabile in quanto le temperature dell'ammostamento e della bollitura non possono permetterlo.
Un'altro motivo può essere legato a problemi dovuti all'ingrediente imprevisto: il pepe rosa, imputato numero uno. Dovremmo provare, però, a ricavarne un infuso per vedere se l'effetto di torbidità è dovuto a questo agente e a reazioni che, ignari, possiamo solo immaginare essere avvenute in bollitura. Un'infezione legata al pepe rosa, però, la escludiamo essendo andato in bollitura.
Insomma...eravamo in tre ma non siamo comunque arrivati alla soluzione del mistero. Giusto per scrupolo abbiamo comunque imbottigliato, sperando in chissà quale grazia che non la faccia inacidire o che non faccia esplodere le bottiglie...
Tra leggi di Murphy e maledizioni, il nome che Ivan suggeriva potrebbe essere il suo definitivo, e cioè Montezuma. La nota "Vendetta di Montezuma" riguarda infezioni, maledizioni e quant'altro, per cui si addice parecchio alla nostra avventura. Non credo mi dedicherò a fare uno straccio di etichetta stavolta...
Ora sarà molto interessante, didattico e prezioso osservare l'evoluzione di questa birra nei prossimi mesi, almeno per capire qualcosa in più e valutare per bene l'accaduto per evitare che si ripeta.
E vabè, pazienza...ci rimetteremo presto al lavoro!
Cheers!
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