Ancora calibro 75(cc) per due Olmaia e la novità di Svevo


Sempre caccia grossa, con le bottiglie 0,75 prese di mira come non mai. Sono un formato che mi sta antipatico, ma con un'ottima compagnia ed un ottimo sconto, tutto si fa più interessante.

Riflettori su l'Olmaia ancora, dato che la sua disponibilità ad Infermento è limitata a poche bottiglie. Meglio approfittare e lasciar perdere momentaneamente birre più facili da reperire.

Dopo la La 5 già bevuta in precedenza, ci buttiamo su La 9.
Non influenzati da stili, nel bene e nel male, pare subito di bere una creatura inglese sicuramente, con ben 6,5°. Naso intenso ed agrumato, non esplosivo ma di bella presenza. Al gusto un bel corpo semplice e leggero, con dolcezza appena intuibile dopo cui sembra aprirsi un bivio: seguire il filone bitter, conciliabile con le idee di premium bitter o extra special bitter (ESB); oppure provare a cadere nella tentazione di sentirne tratti più da IPA. E forse proprio IPA l'avrei definita in quel momento.
Stilisticamente la faccenda si gioca su un filo molto sottile, con qualcosa di caramellato poi molto ben avvolto da amaro astringente e che smorza la beverinità. Se fosse una vera session beer, a mio parere, avrebbe la pecca di non scendere via troppo facilmente. Al di là di questi dubbi utili solo ad esercitarsi un po', il limite della beverinità per me è reale. Poi, buona birra, per carità.


Andando al rialzo, capita tra le nostre grinfie la BK. Forse è questa la loro migliore birra. Si conferma ancora il bisogno di far scaldare queste birre di colore scuro e di carattere forte, che danno le loro migliori performance se tirate fuori dal frigo in anticipo.
Inizialmente la carbonazione resta alta proprio per questo, ma scaldata migliora notevolmente. In pinta americana esala caldi aromi, con quella "puzzetta" di luppoli usati all'inglese che a me piace molto.
La bontà della birrà c'è tutta.
E con questa direi che il livello di Olmaia, secondo quanto credo e quanto ho assaggiato, sia buono nella media dei più rappresentativi produttori italiani.

Prima di tutto ciò c'è stata una bella parentesi con il nuovo prodotto di Birrificio Svevo. Si chiama X anno, presentata come Pale ale con luppoli Columbus e Cascade.
Avevo iniziali dubbi sul non attribuirle la dicitura di APA, però in effetti devo dire che è più che giusto semplicemente berla come Pale Ale. Nell'aroma è delicata la loro presenza, nel gusto un bell'amaro potente e secco è ben amalgamato con il resto delle sensazioni.
Una birra riuscita.

Ma la caccia continua.

Cheers

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