Tra un incontro amichevole di degustazione "inter nos" ed un frenetico tour di beershop pomeridiano, la scorsa settimana è stata decisamente interessante dal punto di vista birrario.
Metti una sera a cena, sorseggiando un po' di Belgio e non solo.
Paolo, di ritorno dal viaggio in Belgio organizzato con Kuaska, è l'oggetto del nostro incontro. Tra racconti di birre e luoghi, si stappa qualcosa di insolito, almeno per me. Non mi piacciono le fermentazioni spontanee, ma non posso non approfittare di qualche sorso di una Cantillon. E' la Gran Cru Bruocsella, Lambic Bio 2008.
Non starò qui a descriverne le sensazioni perchè davvero non ne capisco di lambic, ma ogni tanto è sempre bene provare ad affacciarsi su quel mondo.
C'è spazio anche per la Arabier di De Dolle, dallo stile tutt'altro che facile da inquadrare, ma con ricordi un po' torbati, caldi e medicamentosi dato il suo elevato tenore alcolico.
Altra bella birra che finalmente ho avuto modo di provare è la arcinota Tipopils del Birrificio Italiano. Nonostante lo stesso birraio Arioli consigli di consumarla giovane ed alla spina, resta un prodotto di un livello alto nella scena italiana, meritevole di tanti altri assaggi.
Si stappa ancora, una Olmaia PVK purtroppo andata, ed una bellissima Old-Style Porter di St. Peter's. Davvero amabile, brassata alla vecchia maniera facendo un blend di una ale giovane con la porter matura e poi imbottigliata. Sono birre che, nella loro semplicità e diversità dalle versioni muscolose delle stout/porter in voga oggi, mi appagano ogni volta.
L'indomani è la volta di una toccata e fuga con Francesco per i due beershop a noi più vicini.
Ci rechiamo a Palo del Colle al Beer-s-Hop, dove tra chiacchiere ed altro ci troviamo a bere due birre di Brewdog. La prima, Trashy Blonde, non mi entusiasma per quanto riguarda la presunta presenza di lamponi aggiunti in maturazione. Mentre la 5.A.M già mi entra nelle corde, è una buona birra seppur leggera nel corpo ed evanescente nel finale. Molto gradevole poi la Suffolk Gold di St. Peter's.
Saccheggio di bottiglie da 33cc il beershop, per dedicarmi a quello che più mi ha colpito sugli scaffali.
Seconda tappa è il beershop di Bari, Fermento. Qui ci dedichiamo alle bevute al bancone, selezionando direttamente dagli scaffali. Si va con la Rumble di Great Divide, una IPA passata in botte. Non è la classica IPA, l'amaro è stato molto smorzato ed è un bene forse. Si sentono note vanigliate ed una dolcezza residua rispunta fuori ora che l'amaro ha lasciato spazio. Non male, si sente l'aria comunque americana.
Ci smezziamo anche una Oppale del birrificio 32 Via dei birrai. Birrificio di cui credo di non aver mai assaggiato molto, non mi sembra una super birra. Piacevole sicuramente per il gusto italico, molto bilanciata e posata, senza eccessi e dalla facilità alle stelle. Piacere garantito nel pasteggio, comunque.
Qualche bottilglia portata via anche qua.
Per 24 ore direi può bastare.
Metti una sera a cena, sorseggiando un po' di Belgio e non solo.
Paolo, di ritorno dal viaggio in Belgio organizzato con Kuaska, è l'oggetto del nostro incontro. Tra racconti di birre e luoghi, si stappa qualcosa di insolito, almeno per me. Non mi piacciono le fermentazioni spontanee, ma non posso non approfittare di qualche sorso di una Cantillon. E' la Gran Cru Bruocsella, Lambic Bio 2008.
Non starò qui a descriverne le sensazioni perchè davvero non ne capisco di lambic, ma ogni tanto è sempre bene provare ad affacciarsi su quel mondo.
C'è spazio anche per la Arabier di De Dolle, dallo stile tutt'altro che facile da inquadrare, ma con ricordi un po' torbati, caldi e medicamentosi dato il suo elevato tenore alcolico.
Altra bella birra che finalmente ho avuto modo di provare è la arcinota Tipopils del Birrificio Italiano. Nonostante lo stesso birraio Arioli consigli di consumarla giovane ed alla spina, resta un prodotto di un livello alto nella scena italiana, meritevole di tanti altri assaggi.
Si stappa ancora, una Olmaia PVK purtroppo andata, ed una bellissima Old-Style Porter di St. Peter's. Davvero amabile, brassata alla vecchia maniera facendo un blend di una ale giovane con la porter matura e poi imbottigliata. Sono birre che, nella loro semplicità e diversità dalle versioni muscolose delle stout/porter in voga oggi, mi appagano ogni volta.
L'indomani è la volta di una toccata e fuga con Francesco per i due beershop a noi più vicini.
Ci rechiamo a Palo del Colle al Beer-s-Hop, dove tra chiacchiere ed altro ci troviamo a bere due birre di Brewdog. La prima, Trashy Blonde, non mi entusiasma per quanto riguarda la presunta presenza di lamponi aggiunti in maturazione. Mentre la 5.A.M già mi entra nelle corde, è una buona birra seppur leggera nel corpo ed evanescente nel finale. Molto gradevole poi la Suffolk Gold di St. Peter's.
Saccheggio di bottiglie da 33cc il beershop, per dedicarmi a quello che più mi ha colpito sugli scaffali.
Seconda tappa è il beershop di Bari, Fermento. Qui ci dedichiamo alle bevute al bancone, selezionando direttamente dagli scaffali. Si va con la Rumble di Great Divide, una IPA passata in botte. Non è la classica IPA, l'amaro è stato molto smorzato ed è un bene forse. Si sentono note vanigliate ed una dolcezza residua rispunta fuori ora che l'amaro ha lasciato spazio. Non male, si sente l'aria comunque americana.
Ci smezziamo anche una Oppale del birrificio 32 Via dei birrai. Birrificio di cui credo di non aver mai assaggiato molto, non mi sembra una super birra. Piacevole sicuramente per il gusto italico, molto bilanciata e posata, senza eccessi e dalla facilità alle stelle. Piacere garantito nel pasteggio, comunque.
Qualche bottilglia portata via anche qua.
Per 24 ore direi può bastare.
dai, la Arabier torbata non direi proprio...
RispondiEliminaL'avrò confuso con altro, sicuramente una sensazione calda nella sua aromaticità.
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