Tribirra-day 3: da Prius eXXtra a Zest


Terzo giorno, comincia a diventare difficile scrivere tra il riposo, il lavoro e le ore al bancone di Tribirra.
Ma il tempo lo trovo, sempre.

Mi soffermo sempre sulla selezione di birre italiane presenti sotto le mie mani, tra cui credo si trovino alcune tra le migliori birre presenti. Non sono mie, è un parere da consumatore.

Su ieri sera approfitterò percorrere un ponte passando da un birrificio all'altro.
Parlavo di Siebter Himmel e delle birre di Nicola nel post precedente, e ne parlerò ancora un altro po' e poi prometto di smettere, seppure io sia molto tentato di insistere sulle sue creazioni.
Ieri sera non è stato possibile frenare la voglia di altre birre, e così abbiamo attaccato la terza ed ultima del birrificio varesotto.
E' la one-shot Prius eXXtra. Chiaro il riferimento alla XX bitter di De Ranke, una delle mie birre preferite in assoluto.
Nicola ha interpretato questo stile che di per sè è già un'interpretazione della mano amara inglese in birre ad alta fermentazione.
Il risultato è molto apprezzabile. Tenore alcolico 6,9%, 70 IBU con soli luppoli europei che distinguono tutte le produzioni Siebter Himmel.
Ottima schiuma bianca quasi pannosa e compatta, la birra appare di color dorato opalescente. Al naso è molto fresca con un profilo abbastanza delicato, anche se non ho fatto in tempo a farla scaldare tanta era la voglia di berla.
In bocca appare davvero masticabile, un pane liquido molto appagante e dalla persistente presenza di corpo. Non è birra facile, nè da fare nè da bere in velocità.
Il tono amaro finale arriva senza forzare, con calma e docilità, e si distende sul palato. La mano dell'amaro sulle sue birre è sempre riconoscibile, non è scellerata, non è neppure brutale nè assassina. E' pacata ma altrettanto quadrata.

Il ponte tra Nicola e Schigi è la loro vicinanza geografica (lombardi entrambi i loro birrifici) nonchè brassicola ed affettiva.
Di Extraomnes non ho ancora parlato della Zest, presente in queste tre serate a portare alto il nome del birrificio. Stasera con tutta probabilità sarà affiancata dalla Migdal Bavel attesissima saison, mentre ci sono problemi tecnici per la Devochka, Buskers beer, quindi niente.
Dicevo di Extraomnes, non è che ci sia tanto da dire su di loro. Grandi classici belgi nella loro linea, e poi alcune novità che periodicamente stanno arricchendo il roster del birrificio di Marnate. Coffee stout, birre di Natale, black saison, e tanta roba in cantiere.
Questa Zest è belgian ale ma con già un carattere diverso dalle birre di ispirazione fiamminga.
Schiuma molto presente, anche un po' pazzerella, ma bianca e pannosa.
Al naso è già da standing ovation, agrumata come non mai di lime e pompelmo su tutti, pungente ed intensa.
In bocca vira su un citrico fruttato, che grazie al sostegno di bolle a grana fine ed un'ottima carbonazione, esprime al meglio il suo potere dissetante.
Corpo medio e lieve, non è lui il protagonista della scena. L'attore che entra in scena è l'amaro. Ripulente inizialmente, appagante nel mezzo e lungamente avvolgente nel finale.
Molto persistente e quasi instancabile. Può creare dipendenza così come può forse stancare qualcuno.
Un'ottimo risultato dal punto di vista tecnico di sicuro, una buona carica dissetante, paga un po' sulla distanza. Forse è questo un neo se non sai della presenza del luppolo Citra e dell'agrumato ("zest" è anche una parola inglese che indica "scorza d'arancia", "nota piccante", entusiasmo"...quale nome più azzeccato).

Non ha prezzo, poi, avere Schigi dall'altra parte del bancone che ti chiede di spillargliela.
Basta, chiudo con questa immagine, di cui a breve ci sarà una foto.

Cheers!

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