Migdal Bavel, Orval, Donker: degustazione ed abbinamenti al Birrarium

Ancora una bella serata targata Luppulia, stavolta tra le mura del Birrarium.
L'evento è stato una serata di degustazione con tre piatti abbinati ad altrettante birre, tutte molto diverse tra loro.

Si parte con una breve presentazione con un cenno alla varietà di stili birrari esistenti, al concetto di stile ed alle fasi della degustazione stessa.
Coadiuvato dalla ruota di Meilgaard e da un'ottima scheda di degustazione (usata da Kuaska ed Unionbirrai, tra l'altro), ho percorso insieme ai presenti le varie voci soffermandomi sui descrittori e sullo sforzo necessario per individuarli.
La degustazione non è certo facilissima nè permette un rapido apprendimento, ma è stato molto bello provarci tutti insieme ed ottenere, una birra dopo l'altra, giudizi abbastanza condivisi. Ognuno ha espresso il proprio giudizio seguendo la scheda e poi ho dato anche quello mio personale, notando una certa aderenza con la maggior parte dei presenti.

Siamo partiti con un filetto di salmone marinato agli agrumi, abbinato ad una Midgal Bavel, pazza saison realizzata da Extraomnes con gli americani di Stillwater.
Avevo già provato questa birra alla spina questa estate, sicuramente la versione in bottiglia è diversa e meno spumeggiante, anche se resta un'ottima interpretazione di saison.
Spezie e frutta a polpa gialla al naso, un colore della schiuma bianco con bolle a grana fine. In bocca esplodono il citrico del frumento ed il balsamico delle spezie (mirra) a dare qualcosa di incensato, poi arriva una secchezza che esalta un pepato finissimo e diffuso ed un amaro vegetale, non lunghissimi ma rinfrescanti così come la birra stessa voleva essere.

Secondo piatto con trofie al pesto abbinate alla Orval. Confessiamo di aver preso spunto per questo abbinamento da suggerimenti dalla rete e da magazine birrari, ma provenuti niente di meno che da una coppia come Schigi ( Luigi D'Amelio) e Kuaska (Lorenzo Dabove) di cui ci si può solo fidare.
E devo dire che ha avuto il suo perchè. La birra è una belgian ale della famiglia delle trappiste, brassate dai celeberrimi ed esclusivi otto monasteri. E' una birra che ha subito una fermentazione primaria con lieviti trappisti ed una secondaria con lieviti selvaggi brettanomiceti, a dare un tono vinoso tendente chiaramente all'acetico.
Era importante spiegare questo, perchè questo "odore" caratteristico sarebbe un difetto se non fosse dichiarato dal produttore e se non fosse volutamente cercato.
La birra si è dimostrata alquanto in forma ed il suo acetico ha spazzato alla perfezione l'oleosità del pesto ed i corposi amidi della pasta. La birra in sè è apparsa a tutti più amara della precedente, ed in effetti lo era a causa di una diversa e più intensa luppolatura subita e di un equilibrio più decifrabile.

Terzo ed ultimo piatto è stato un dolce, una cheese cake con ricotta, pera e cioccolato, a cui molti non pensavano si potesse abbinare una birra. 
Ancora con Extraomnes, ci ha affiancati la Donker, una imperial coffee stout da ben 9% a differenza delle due precedenti birre che viaggiavano sul 6,6% e 6,9% rispettivamente. Dopo tutte le premesse del caso per parlare delle stout, delle imperial stout e delle coffee stout e giustificare questo mix di sfumature tostate, abbiamo fatto il nostro assaggio.
Al naso emerge caffè in chicci sopra tutto il resto, con una schiuma color cappuccino e bolle a grana grossa seppur non molto persistente. In bocca è watery, alquanto acquosa lasciando intendere una preferenza per l'anima "stout" della birra piuttosto che per quella "imperial". Gusto molto ricercato sull'ossessione del caffè e sulla sua esaltazione, con punta di etilico finale che mette tutto al suo posto e ricorda il grado alcolico altrimenti poco avvertibile.

Altre considerazioni c'è sempre l'articolo sul sito www.luppulia.it.

Cheers!

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