Ho già dedicato un post per parlare del Birrificio I Peuceti, in occasione di una mia visita presso lo stabilimento di Bitonto (BA).
Tuttavia qualche settimana prima avevamo concordato una sorta di intervista-racconto, che ora posso pubblicare perchè finalmente pronta.
È semplicemente un'occasione per farsi spiegare direttamente dalle parole dei protagonisti obiettivi e motivazioni alla base di questo progetto.
Vi lascio all'intervista.
- Ciao ragazzi!
Innanzitutto quando e tra chi nasce l'idea di mettere su un birrificio?
Innanzitutto grazie per la tua visita, io sono Giuseppe Sannicandro del birrificio I Peuceti e ti racconto la nostra storia.
Nel lontano 2004, dopo un viaggio a Dublino e il pellegrinaggio al famoso birrificio della Guinness scopro la Birra! Beh, la conoscevo molto bene nel suo ciclo di vita che parte dal bicchiere in poi, ma la rivelazione di cosa fosse veramente e del suo processo produttivo subito mi intriga...un succo di cereali amaricato con il fiore di una pianta della famiglia delle cannabinacee!
Grazie ad internet prendo coscienza del fatto che addirittura si può produrre anche in casa con dei kit già pronti (davvero!!!) e produco la mia prima Premium Pilsner ad alta fermentazione ...e che non si sappia troppo in giro! ;) Pulizia maniacale, guanti e camice, sembra un intervento chirurgico, ma riuscito...buonissima! Non esiste un paragone nemmeno lontano con "la birra" (quella industriale), la faccio assaggiare agli amici e quasi per caso anche a Pippo, che entusiasmato spontaneamente si propone per produrne insieme la prossima...e da lì tante e tante altre.
Sperimentiamo così insieme tante buone birre partendo dai grani, per noi ottime (ma siamo un pò di parte), viene quasi facile distinguersi dal prodotto sterile industriale, dunque il passaggio è semplice: una passione, un business, dunque sogniamo un birrificio. Corsi, libri, cotte, ma per ora bisognerà attendere: i costi per metter su un birrificio sono proibitivi e non è pensabile in questa fase della nostra vita fare questo passo, ci accontentiamo delle nostre piccole produzioni per il consumo personale ma la fiamma resta accesa...per anni!
Nel 2012 Pippo mi chiama e accende la miccia: "Ciao Giuseppe, quello che facciamo non può restare nel nostro laboratorio segreto...c'è tanta approvazione ma non possiamo regalarla all'infinito (sorridendo), che ne dici di farci una pensata a quel Progetto?"
Da lì tutto in discesa (o salita) ad agosto del 2012 fondiamo "I Peuceti sas" anche grazie al supporto del terzo socio Mario, che nel frattempo si è dato da fare ed è diventato degustatore ADB.
A luglio del 2013 la prima cotta! E' stata dura, ma dopo un anno di duro lavoro, abbiamo messo su il Birrificio I Peuceti! Il primo ed unico birrificio di Bitonto!
-Che esperienza avete con i pentoloni dell'homebrewing?
Breve esperienza con i kit, ma nel 2006 dopo le prime prove più o meno incoraggianti decidiamo insieme, io e Pippo, di frequentare un corso interessante in un allora sconosciuto I.T.I.S. "A. Minuziano" di San Severo (FG) per "IMPRENDITORI DI BIRRA ARTIGIANALE" alla seconda edizione. Lì abbiamo il piacere di ascoltare, confrontarci e fare alcune cotte con Teo Musso, Leonardo Di Vincenzo, Luigi Serpe, Paolo Mazzola, Stefano Buiatti che hanno poi hanno fatto maturare in noi nel tempo quel fermento e quell'entusiasmo iniziale sfociato subito nell'acquisto del primo impianto da 60L circa, per hobby...
Importiamo così dagli USA lo stesso impianto di 13 galloni circa da cui è partito Sam Calagione, composto da 3 tini in modalità BIAB, un hobby un pò costoso, visto col senno di poi!
-Che birre volete produrre? Qual è la vostra filosofia? A quale tradizione vi sentite più vicini?
Sicuramente le tradizioni sono importanti e fondamentali punti di riferimento per la produzione della birra, tuttavia non devono essere un limite per la creatività che può contraddistinguere le creazioni di ogni mastro birraio che, come artigiano, tende ad interpretare uno stile dopo averlo fatto proprio.
Stiamo partendo in punta di piedi con una Golden Ale, a seguire una Belgian Ale, in progettazione anche una Saison, anzi un'Apulian Saison prodotta con il miele prodotto nella nostra regione Puglia.
La Saison che immaginiamo sarà l'esplosione del sapore grazie anche ad un confronto (dopo fiumi di birra) con il maestro dei maestri della saison ovvero Jean-Louis Dits (Brasserie a Vapeur di Pipaix).
La Golden Ale è prodotta nel rispetto della tradizione inglese, qualcuno la chiamerebbe Session IPA, mentre la Belgian Ale segue appunto quella belga. Entrambe sono birre molto bilanciate, leggere, fresche e beverine.
Verranno altre birre più "aggressive" come una American-IPA come l'esagerazione fatta birra e una Scotch Ale per scaldare le fredde serate del prossimo inverno, ma non possiamo svelare tutto ora! Daremo spazio anche a qualcos'altro che ci frulla nella testa da tempo. Ce ne sarà per tutti i gusti e non mancheranno occasioni di sperimentazione...
Vogliamo partire al meglio, siamo molto attenti al prodotto, inteso nella sua interezza, oltre la birra di qualità che deve essere un MUST è importante la comunicazione, la coerenza, il packaging, la nostra identità e il nostro territorio.
E' proprio il nostro territorio l'ispirazione dei nostri prodotti: nella birra che produciamo c'è la nostra cultura, la nostra storia, il nostro modo di vedere le cose, ma anche l'acqua dell'acquedotto pugliese e sulle etichette le nostre icone.
Nella creazione delle immagini delle etichette è stato fondamentale il supporto dell'artista pugliese Francesco Ferrulli che ha rappresentato alcuni scorci dei nostri paesaggi e della nostra cultura con il suo personalissimo stile. La nostra bottiglia si fregia dunque di una piccola opera d'arte per sottolineare l'unicità e originalità del prodotto artigianale contenuto.
-Perchè avete scelto questo nome?
I Peuceti (o Peucezi), sono gli antichi abitanti della terra di Bari prima della conquista dei Romani, ci è sembrato un buon modo per rappresentare la nostra gente e la nostra terra. Da lì dunque l'ispirazione per il logo, qualche greca e le due teste, prese in prestito da una antica moneta peuceta, corrispondenti ai due fondatori che guardano entrambi nella stessa direzione, condividendo il progetto che ci ha spinto a fare questo passo importante.
Abbiamo dunque una visione comune, non si parte dalla ricetta ma dalla nostra visione: si individuano il nome, la storia, gli ingredienti e insieme si affina, si contribuisce, non c'è l'estremo individualismo, lo scopo è realizzare il Progetto, è bandito l'autoreferenzialismo a vantaggio del costruttivismo.
-Che progetto avete nell'immediato? Con quante birre esordite? Parlateci di loro...
Vorremmo essere un’azienda, a livello locale, tra le più innovative nel settore della birra artigianale, con un forte legame con il territorio, con la sua storia e le sue tradizioni. Tutto questo attraverso la gestione e sviluppo di brand locali che evochino emozioni sensoriali nuove (visive, olfattive, di palato), ma nello stesso tempo che abbiano forti connotazioni tipiche del nostro territorio. I nostri valori principali dunque saranno l’innovazione, la qualità, l’orientamento al consumatore, il rispetto dell’ambiente, la legalità, lo sviluppo sostenibile, la reputazione aziendale e dei brand che saranno sviluppati.
Esordiamo nella linea base proponendo un viaggio nella terra di Bari e nel territorio Pugliese, avremo così la Birra Cattedrale (Golden Ale alc. 4,4%) come omaggio al simbolo della nostra terra (e un vago riferimento anche alla cattedrale di Canterbury da cui viene l'East Kent Goldings) e la Birra Baresana (Belgian Ale alc 5,6%) che è il nome della porta principale della nostra città, Bitonto, rivolta verso il capoluogo di provincia, ma rappresenta anche una porta ideale, di accesso ad una percorso fra i profumi e gli aromi della terra di Bari...le altre sono in fase di definizione e ci riserviamo di svelarle al più presto.
-C'è spazio per la birra artigianale in Puglia? Manca ancora qualcosa?
Vogliamo credere che siamo in una fase simile a quella della Reinassance Americana dei primi anni 80, dunque in questo momento abbiamo una visione abbastanza positiva.
Alcuni addetti ai lavori pugliesi li conoscevamo già in passato, con altri abbiamo avuto il piacere di confrontarci solo negli ultimi mesi, siamo convinti che ci sia spazio per costruire insieme un bel contesto per far crescere questo mercato, dove non conta solo il prezzo (forse è l'ultimo degli aspetti) ma anche la qualità (quasi data per scontato) e la storia!
Con un pò più di consapevolezza di cosa stiamo contribuendo a creare in una visione più ampia e con qualche individualismo in meno si potranno fare grandi cose, quì al sud abbiamo voglia di emergere ma dobbiamo imparare a fare più sistema.
-Quando e dove sarà possibile bere le vostre birre?
Attualmente vogliamo diffonderla nella nostra Bitonto, man mano nella provincia di Bari e poi magari anche oltre, in coerenza con quello che è il nostro obiettivo nel breve termine. Non nascondo che abbiamo avuto anche delle piacevoli visite da potenziali clienti del "nord" con ottimi riscontri, senza aver cominciato una vera campagna di comunicazione, ma cercheremo di andare per gradi cominciando prima da qualche evento locale.
-Come si spiega l'alto numero di birrifici in Puglia? Cosa ne pensate dell'intero movimento pugliese ed italiano?
Prima di partire con questo grande progetto, oltre alle innumerevoli cotte e assaggi, abbiamo fatto anche tante ricerche di mercato, un birrificio non è solo passione, non è solo mettere su una ricetta o fare una cotta, un birrificio è un'azienda che deve avere un senso economico nel rispetto delle leggi italiane, per quanto la burocrazia ci freni. Molti non consapevoli di questo e confondono questa attività con l'homebrewing...beh, tranne la ricetta (e forse neanche quella...) è tutta un'altra storia!
Crediamo che in Puglia non siamo troppo indietro rispetto al resto d'Italia, siamo molto penalizzati dal fattore la logistico e dalla burocrazia, il nostro lavoro dovrà concentrarsi nel cercare di attirare verso di noi l'interesse attraverso la comunicazione e magari abbinando le nostre birre con la cultura, i prodotti e i luoghi incantevoli che la nostra terra ci può regalare.
Per quanto riguarda il movimento, io credo che sia molto interessante la sua evoluzione, ma come "beer geek" dovremmo tenere le porte aperte ai nuovi consumatori senza peccare di arroganza e ricordandoci che lo scopo è "berebirra" (come è intitolato il tuo blog), mentre come produttori non potremo lavorare sempre sulle novità e dovremo concentrarci più sulla coerenza e qualità, magari facendo più sistema, pensiamo che se si lavora bene, con passione, sacrificio e costanza i risultati arriveranno e noi abbiamo tanta strada da fare ...grazie per il tempo che ci hai dedicato!
Commenti a caldo? Aspettative?
Qualcuno ha già assaggiato queste due nuove birre?
Intanto grazie a Giuseppe ed in bocca al luppolo a I Peuceti.
Cheers!
Tuttavia qualche settimana prima avevamo concordato una sorta di intervista-racconto, che ora posso pubblicare perchè finalmente pronta.
È semplicemente un'occasione per farsi spiegare direttamente dalle parole dei protagonisti obiettivi e motivazioni alla base di questo progetto.
Vi lascio all'intervista.
- Ciao ragazzi!
Innanzitutto quando e tra chi nasce l'idea di mettere su un birrificio?
Innanzitutto grazie per la tua visita, io sono Giuseppe Sannicandro del birrificio I Peuceti e ti racconto la nostra storia.
Nel lontano 2004, dopo un viaggio a Dublino e il pellegrinaggio al famoso birrificio della Guinness scopro la Birra! Beh, la conoscevo molto bene nel suo ciclo di vita che parte dal bicchiere in poi, ma la rivelazione di cosa fosse veramente e del suo processo produttivo subito mi intriga...un succo di cereali amaricato con il fiore di una pianta della famiglia delle cannabinacee!
Grazie ad internet prendo coscienza del fatto che addirittura si può produrre anche in casa con dei kit già pronti (davvero!!!) e produco la mia prima Premium Pilsner ad alta fermentazione ...e che non si sappia troppo in giro! ;) Pulizia maniacale, guanti e camice, sembra un intervento chirurgico, ma riuscito...buonissima! Non esiste un paragone nemmeno lontano con "la birra" (quella industriale), la faccio assaggiare agli amici e quasi per caso anche a Pippo, che entusiasmato spontaneamente si propone per produrne insieme la prossima...e da lì tante e tante altre.
Sperimentiamo così insieme tante buone birre partendo dai grani, per noi ottime (ma siamo un pò di parte), viene quasi facile distinguersi dal prodotto sterile industriale, dunque il passaggio è semplice: una passione, un business, dunque sogniamo un birrificio. Corsi, libri, cotte, ma per ora bisognerà attendere: i costi per metter su un birrificio sono proibitivi e non è pensabile in questa fase della nostra vita fare questo passo, ci accontentiamo delle nostre piccole produzioni per il consumo personale ma la fiamma resta accesa...per anni!
Nel 2012 Pippo mi chiama e accende la miccia: "Ciao Giuseppe, quello che facciamo non può restare nel nostro laboratorio segreto...c'è tanta approvazione ma non possiamo regalarla all'infinito (sorridendo), che ne dici di farci una pensata a quel Progetto?"
Da lì tutto in discesa (o salita) ad agosto del 2012 fondiamo "I Peuceti sas" anche grazie al supporto del terzo socio Mario, che nel frattempo si è dato da fare ed è diventato degustatore ADB.
A luglio del 2013 la prima cotta! E' stata dura, ma dopo un anno di duro lavoro, abbiamo messo su il Birrificio I Peuceti! Il primo ed unico birrificio di Bitonto!
-Che esperienza avete con i pentoloni dell'homebrewing?
Breve esperienza con i kit, ma nel 2006 dopo le prime prove più o meno incoraggianti decidiamo insieme, io e Pippo, di frequentare un corso interessante in un allora sconosciuto I.T.I.S. "A. Minuziano" di San Severo (FG) per "IMPRENDITORI DI BIRRA ARTIGIANALE" alla seconda edizione. Lì abbiamo il piacere di ascoltare, confrontarci e fare alcune cotte con Teo Musso, Leonardo Di Vincenzo, Luigi Serpe, Paolo Mazzola, Stefano Buiatti che hanno poi hanno fatto maturare in noi nel tempo quel fermento e quell'entusiasmo iniziale sfociato subito nell'acquisto del primo impianto da 60L circa, per hobby...
Importiamo così dagli USA lo stesso impianto di 13 galloni circa da cui è partito Sam Calagione, composto da 3 tini in modalità BIAB, un hobby un pò costoso, visto col senno di poi!
-Che birre volete produrre? Qual è la vostra filosofia? A quale tradizione vi sentite più vicini?
Sicuramente le tradizioni sono importanti e fondamentali punti di riferimento per la produzione della birra, tuttavia non devono essere un limite per la creatività che può contraddistinguere le creazioni di ogni mastro birraio che, come artigiano, tende ad interpretare uno stile dopo averlo fatto proprio.
Stiamo partendo in punta di piedi con una Golden Ale, a seguire una Belgian Ale, in progettazione anche una Saison, anzi un'Apulian Saison prodotta con il miele prodotto nella nostra regione Puglia.
La Saison che immaginiamo sarà l'esplosione del sapore grazie anche ad un confronto (dopo fiumi di birra) con il maestro dei maestri della saison ovvero Jean-Louis Dits (Brasserie a Vapeur di Pipaix).
La Golden Ale è prodotta nel rispetto della tradizione inglese, qualcuno la chiamerebbe Session IPA, mentre la Belgian Ale segue appunto quella belga. Entrambe sono birre molto bilanciate, leggere, fresche e beverine.
Verranno altre birre più "aggressive" come una American-IPA come l'esagerazione fatta birra e una Scotch Ale per scaldare le fredde serate del prossimo inverno, ma non possiamo svelare tutto ora! Daremo spazio anche a qualcos'altro che ci frulla nella testa da tempo. Ce ne sarà per tutti i gusti e non mancheranno occasioni di sperimentazione...
Vogliamo partire al meglio, siamo molto attenti al prodotto, inteso nella sua interezza, oltre la birra di qualità che deve essere un MUST è importante la comunicazione, la coerenza, il packaging, la nostra identità e il nostro territorio.
E' proprio il nostro territorio l'ispirazione dei nostri prodotti: nella birra che produciamo c'è la nostra cultura, la nostra storia, il nostro modo di vedere le cose, ma anche l'acqua dell'acquedotto pugliese e sulle etichette le nostre icone.
Nella creazione delle immagini delle etichette è stato fondamentale il supporto dell'artista pugliese Francesco Ferrulli che ha rappresentato alcuni scorci dei nostri paesaggi e della nostra cultura con il suo personalissimo stile. La nostra bottiglia si fregia dunque di una piccola opera d'arte per sottolineare l'unicità e originalità del prodotto artigianale contenuto.
-Perchè avete scelto questo nome?
I Peuceti (o Peucezi), sono gli antichi abitanti della terra di Bari prima della conquista dei Romani, ci è sembrato un buon modo per rappresentare la nostra gente e la nostra terra. Da lì dunque l'ispirazione per il logo, qualche greca e le due teste, prese in prestito da una antica moneta peuceta, corrispondenti ai due fondatori che guardano entrambi nella stessa direzione, condividendo il progetto che ci ha spinto a fare questo passo importante.
Abbiamo dunque una visione comune, non si parte dalla ricetta ma dalla nostra visione: si individuano il nome, la storia, gli ingredienti e insieme si affina, si contribuisce, non c'è l'estremo individualismo, lo scopo è realizzare il Progetto, è bandito l'autoreferenzialismo a vantaggio del costruttivismo.
-Che progetto avete nell'immediato? Con quante birre esordite? Parlateci di loro...
Vorremmo essere un’azienda, a livello locale, tra le più innovative nel settore della birra artigianale, con un forte legame con il territorio, con la sua storia e le sue tradizioni. Tutto questo attraverso la gestione e sviluppo di brand locali che evochino emozioni sensoriali nuove (visive, olfattive, di palato), ma nello stesso tempo che abbiano forti connotazioni tipiche del nostro territorio. I nostri valori principali dunque saranno l’innovazione, la qualità, l’orientamento al consumatore, il rispetto dell’ambiente, la legalità, lo sviluppo sostenibile, la reputazione aziendale e dei brand che saranno sviluppati.
Esordiamo nella linea base proponendo un viaggio nella terra di Bari e nel territorio Pugliese, avremo così la Birra Cattedrale (Golden Ale alc. 4,4%) come omaggio al simbolo della nostra terra (e un vago riferimento anche alla cattedrale di Canterbury da cui viene l'East Kent Goldings) e la Birra Baresana (Belgian Ale alc 5,6%) che è il nome della porta principale della nostra città, Bitonto, rivolta verso il capoluogo di provincia, ma rappresenta anche una porta ideale, di accesso ad una percorso fra i profumi e gli aromi della terra di Bari...le altre sono in fase di definizione e ci riserviamo di svelarle al più presto.
-C'è spazio per la birra artigianale in Puglia? Manca ancora qualcosa?
Vogliamo credere che siamo in una fase simile a quella della Reinassance Americana dei primi anni 80, dunque in questo momento abbiamo una visione abbastanza positiva.
Alcuni addetti ai lavori pugliesi li conoscevamo già in passato, con altri abbiamo avuto il piacere di confrontarci solo negli ultimi mesi, siamo convinti che ci sia spazio per costruire insieme un bel contesto per far crescere questo mercato, dove non conta solo il prezzo (forse è l'ultimo degli aspetti) ma anche la qualità (quasi data per scontato) e la storia!
Con un pò più di consapevolezza di cosa stiamo contribuendo a creare in una visione più ampia e con qualche individualismo in meno si potranno fare grandi cose, quì al sud abbiamo voglia di emergere ma dobbiamo imparare a fare più sistema.
-Quando e dove sarà possibile bere le vostre birre?
Attualmente vogliamo diffonderla nella nostra Bitonto, man mano nella provincia di Bari e poi magari anche oltre, in coerenza con quello che è il nostro obiettivo nel breve termine. Non nascondo che abbiamo avuto anche delle piacevoli visite da potenziali clienti del "nord" con ottimi riscontri, senza aver cominciato una vera campagna di comunicazione, ma cercheremo di andare per gradi cominciando prima da qualche evento locale.
-Come si spiega l'alto numero di birrifici in Puglia? Cosa ne pensate dell'intero movimento pugliese ed italiano?
Prima di partire con questo grande progetto, oltre alle innumerevoli cotte e assaggi, abbiamo fatto anche tante ricerche di mercato, un birrificio non è solo passione, non è solo mettere su una ricetta o fare una cotta, un birrificio è un'azienda che deve avere un senso economico nel rispetto delle leggi italiane, per quanto la burocrazia ci freni. Molti non consapevoli di questo e confondono questa attività con l'homebrewing...beh, tranne la ricetta (e forse neanche quella...) è tutta un'altra storia!
Crediamo che in Puglia non siamo troppo indietro rispetto al resto d'Italia, siamo molto penalizzati dal fattore la logistico e dalla burocrazia, il nostro lavoro dovrà concentrarsi nel cercare di attirare verso di noi l'interesse attraverso la comunicazione e magari abbinando le nostre birre con la cultura, i prodotti e i luoghi incantevoli che la nostra terra ci può regalare.
Per quanto riguarda il movimento, io credo che sia molto interessante la sua evoluzione, ma come "beer geek" dovremmo tenere le porte aperte ai nuovi consumatori senza peccare di arroganza e ricordandoci che lo scopo è "berebirra" (come è intitolato il tuo blog), mentre come produttori non potremo lavorare sempre sulle novità e dovremo concentrarci più sulla coerenza e qualità, magari facendo più sistema, pensiamo che se si lavora bene, con passione, sacrificio e costanza i risultati arriveranno e noi abbiamo tanta strada da fare ...grazie per il tempo che ci hai dedicato!
Commenti a caldo? Aspettative?
Qualcuno ha già assaggiato queste due nuove birre?
Intanto grazie a Giuseppe ed in bocca al luppolo a I Peuceti.
Cheers!
Ciao! Assaggiata ieri la baresana alla manifestazione di eataly e non mi ha entusiasmato molto, si sentiva un forte sapore che ricordava molto il...sudore. Non so se tu hai avuto modo di provarla. Che cosa te ne è parso?
RispondiEliminaSudore non l'ho avvertito, ma sicuramente la Baresana va molto migliorata, ad oggi manca di carattere e di caratterizzazione. Confido negli aggiustamenti che I Peuceti cercheranno di portare in futuro.
EliminaA parte il fatto che l'aroma di sudore, che viene ad esempio da un eventuale "difetto" da fermentazioni selvagge, al massimo dovrebbe sentirsi al naso e non al sapore...ma molto probabilmente era la puzza delle ascelle di qualcuno (spero non le tue) :D
EliminaPenso che sicuramente ci sono spazi di crescita sulla nostra Baresana dato che abbiamo portato a Eataly solo la prima cotta, quella che non si scorda mai! ;)
Saluti dal Birrificio I Peuceti - Bitonto
direi che nel caso sarebbe stato comunque odore! e cmq c'era un difetto evidente, non so quale esso sia! può darsi tranquillamente che il bicchiere non fosse perfettamente pulito o chissà che altro, il mio era un giudizio con super riserva infatti riandrò a eataly e la compro in bottiglia..e vediamo un po'!
RispondiEliminap.s. comunque all'inizio pensavo che questa birra fosse fatta con l'aggiunta dell'uva "baresa", peccato sarebbe stata molto interessante!:D
E' dedicata alla porta principale della città di Bitonto che è rivolta verso Bari, la porta Baresana, rappresentata dall'artista pugliese Francesco Ferrulli.
RispondiEliminaNon potevamo esordire con cose troppo sperimentali purtroppo, ma cerchiamo di andare per piccoli passi.
Se vieni al birrificio potrebbe anche capitare un assaggio di un piccolo esperimento fatto con la nostra Baresana e il mosto di vino bianco di un nostro amico viticoltore di Palo del Colle...e poi mi spieghi questo "difetto evidente" che mi sembra un'affermazione un pò troppo forte!
La ringrazio per l'invito non mancherò! cmq l'ho riassaggiata...quel difetto non l'ho ritrovato ma ho capito da dove proveniva. la birra l'ho trovata molto beverina con un forte sapore agrumato(può essere?) ed era questo che quel giorno, forse infettato da un bicchiere non perfettamente pulito, aveva virato verso un acre fastidioso e invadente che mi ha fatto dare quel giudizio! mi scuso! cmq buon lavoro l'etichetta è strepitosa!
EliminaMa non ti sfiora nemmeno l'idea che forse sarebbe meglio tacere piuttosto che incappare in errori così grossolani?
EliminaSei ancora convinto, ad esempio, che la Saranac White IPA sia il frutto di un blend tra una ipa e una witbier? :)))
prima di tutto il fatto del blend l'ho letto e non l'ho dedotto io! nel caso vattela a prendere con chi scrive il Beerbook qui a bari! secondo ho voluto confrontarmi con chi l'aveva assaggiata per un parere! e che cavolo non ho scritto è una schifezza assoluta! ho subito precisato che ci potevano essere mille altre variabili! e cmq non si è lamentato il proprietario del sito, non se l'è presa il produttore e ora vieni tu a fare la ramanzina? non ho avuto possibilità di confrontarmi con altri che hanno bevuto questa birra, quindi ho chiesto!
EliminaNessuna ramanzina. Il punto è che sei semplicemente un allocco se dai credito alle stronzate elencate nel Beerbook di Cippone :D
RispondiEliminaPorre una domanda al publican di turno o documentarsi per conto proprio è troppo impegnativo?
Nel frattempo mi godo tutte le corbellerie che immancabilmente continuerai a sciorinare sul Barbiere...
Alla fine forse qualcosa imparerai, ma fare figure di merda di tale portata a me pare un prezzo troppo alto da pagare!
Segui il consiglio di Ricci. Qualche ricerca in più su Google è sicuramente meglio che esporre se stessi al pubblico ludibrio ;)
Sei grande BiZZZZZZZZZiO :)))
addirittura! :D sono contento per te che ti diverti!
EliminaSei meglio di Zelig ;)
Eliminacosì..tanto per farci due risate in compagnia..nick sul barbiere?
EliminaNessun nick. Mi limito a leggere di tanto in tanto.
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