A dicembre inoltrato non si può evitare di essere travolti dall'ondata di birre natalizie che comincia ad affollare gli scaffali dei birrifici dei beer shop e le spine di qualche evento (qui pochi o nulli, a dir la verità).
Desideroso di tuffarmi in questo mare alcolico caldo e piacevole, ieri sera al Birrarium ci siamo concessi cinque belle bevute, seguendo il filone delle kerstbier belghe.
Si comincia con la Père Noël, birra natalizia di casa De Ranke.
Si tratta di una birra moderatamente alcolica e ci va bene come inizio. L'aroma è di arancia candita, molto caldo ed incensoso. Bella la struttura, decisamente agrumata e maltata fino ad un certo punto perchè nel finale arriva un amaro carino. La secchezza contribuisce, ma il taglio amaro è senza eccessi, equilibrato nell'equilibrio che a sua volta conferisce all'intera bevuta. Una birra apparentemente banale ma godereccia quanto basta per essere apprezzata senza alcuna difficoltà.
Qui altre due righe su birrerya ed altre due su inbirrerya, con pareri discordanti tra Laschi e Schigi (rispetto a quella birra in versione 2007). Questa birrra a me non è dispiaciuta affatto!
Saliamo di livello, alcolico. Si passa alla Winterkoninkske del birrificio Kerkom. Molto bella la parte storica della scheda presente su Una birra al giorno, di cui riporto la spiegazione del nome:
Birra dedicata allo Scricciolo, in fiammingo appunto chiamato Wnterkoninkje (ovvero “il re dell’inverno”), il piccolo uccello ritratto anche in etichetta che tradizionalmente “annuncia” l’arrivo dell’inverno quando dalla campagna si sposta verso i centri abitati alla ricerca di un luogo meno freddo dove costruirsi il nido. Ma nella tradizione celtica lo scricciolo è anche legato al giorno di Santo Stefeno (Wren’s Day). Fu proprio questo uccello, con il suo canto, a rivelare ai romani dove fosse il rifugio di Stefano che fu poi catturato e lapidato.
La birra si presenta di colore mogano, con una bella schiuma fine. Al naso qualche neurone impazzito me la associa ad una Pannepot, anche se so si tratta di produzioni ben diverse. La nota che emerge è quasi caffettosa, mentre in bocca si trova di tutto: uvetta, fico secco, melassa, fino ad evolversi verso un amaro di radice di liquirizia. Scaldandosi va sempre più in crescendo, ma si mantiene abbastanza prevedibile, ad ogni modo, lungo tutta la bevuta. Birra assolutamente degna di nota, nonostante ne avessi un ricordo splendido risalente allo scorso anno, quando la bevvi al Moeder Lambic St. Gilles a Bruxelles.
La terza birra sarebbe stata la migliore della serata. Si tratta di un birrone che lascia davvero a bocca aperta, nonostante fossi preparato sul restarne affascinato. La Kerst 2013 di Extraomnes è davvero tanta roba.
Appena stappata la sensazione carica all'olfatto mi ha richiamato le mandorle caramellate, anch'esse natalizie, per la loro ricchezza zuccherina e le sensazioni caramellate leggere, non stucchevoli ma deliziosamente appaganti. Quando la complessità è espressa in maniera così semplice ed apprezzabile, vado in blocco. Non riesco a snocciolarne troppo le caratteristiche e mi ci faccio prendere, mi faccio coinvolgere.
Il paragone con una qualche forma di amore studiato rispetto ad un fuoco travolgente in modalità colpo di fulmine è presto fatto.
Ad ogni modo, in bocca si sviluppa con capriole e piroette, ruotando sempre attorno ad una dolcezza piena, di frutta matura, ma che sveltamente viene ripulita, non so come, nel finale. Mandi giù e quasi dimentichi cosa hai appena bevuto, e per una birra di 10%alc. non è una cosa facilissima da portare a termine. Insomma, devo contenermi per non finirmela velocemente. Tutto quello che si può dire su questa birra, con o senza timore reverenziale verso il blasone del birrificio e del suo team, è assolutamente meritato e le va riconosciuto. Mi ritrovo molto con questa scheda, seppur riferita alla versione 2012.
A questo punto inseriamo una birra che forse avrebbe trovato posto migliore prima della Kerst, ma nonostante un iniziale sconvolgente ritorno sul pianeta Terra, ci riprendiamo. Stappiamo la Santa Bee del birrificio Boelens, ma sinceramente il naso non sembra dei migliori. Inizialmente si palesa qualche ricordo di detersivo, di ammorbidente più precisamente. Quando poi scopro che probabili spezie sono la cannella e lo zenzero, qualcosa torna. Il colore è un ambrato scuro con riflessi mogano e la schiuma è copiosa e compatta. Anch'essa scaldandosi migliora notevolmente, facendo venire fuori ancora più nettamente una seconda parte di bevuta alquanto terrosa nell'amaro, rustica, a spezzare l'imbocco dolce caramellato iniziale. A non migliorare è l'impressione sul corpo, non dei più pieni tanto da relegare questa birra ad un consumo durante un pasto più che alla fine dello stesso. Gradevole e ben fatta, non colpisce al cuore in maniera indimenticabile.
Tornando a qualcosa di davvero serio, non potevamo fare chiusura migliore. La ciliegina sulla torta è la Stille Nacht 2013 dell'istituzione De Dolle. Qui la gradazione è di ben 12%alc, e si sentono tutti. Scatta in ogni fase il paragone con la precedente Kerst, ma sono birre parecchio diverse. Qui si sprigiona subito al naso una forte nota etilica che ti fa capire che è finito il momento di scherzare. Anche in bocca fa subito sul serio, mi regala subito sensazioni di ciliegia sotto spirito ed un tocco morbido e soffice quasi di bocciolo di rosa. Qui non siamo al cospetto di un grande equilibrio come nel caso della Kerst: l'ago della bilancia si sposta decisamente su forti sensazioni di calore, anche su un amaro da radice. Anche qui, non è facile rimanere lucidi di fronte a cotanta opulenza e complessità. Sta di fatto che questa birra (almeno questa versione 2013) è davvero per fegati forti, non si beve molto facilmente ma in compenso, per chi la affronta di petto, sa regalare appagamento e calore in abbondanza.
A dispetto da quello che può sembrare, dai peli nell'uovo che sono andato a cercare, incornicerei questa bevuta mettendola tra le migliori mai fatte.
Il freddo fuori, un riparo caldo con queste birre ad avvolgerti e coccolarti non possono che fare di questa situazione una delle migliori per cullarsi nell'abbraccio alcolico di queste creature.
Fra tre giorni volerò a Roma per l'ormai consacrato festival Birre Sotto l'Albero (la lista delle birre è da sgranare gli occhi): non vedo l'ora di continuare con questo approccio, in un contesto ancor più gioviale e socializzante, con tanta, tantissima roba da bere e con cui scaldarsi.
Cheers!
Desideroso di tuffarmi in questo mare alcolico caldo e piacevole, ieri sera al Birrarium ci siamo concessi cinque belle bevute, seguendo il filone delle kerstbier belghe.
Si comincia con la Père Noël, birra natalizia di casa De Ranke.
Si tratta di una birra moderatamente alcolica e ci va bene come inizio. L'aroma è di arancia candita, molto caldo ed incensoso. Bella la struttura, decisamente agrumata e maltata fino ad un certo punto perchè nel finale arriva un amaro carino. La secchezza contribuisce, ma il taglio amaro è senza eccessi, equilibrato nell'equilibrio che a sua volta conferisce all'intera bevuta. Una birra apparentemente banale ma godereccia quanto basta per essere apprezzata senza alcuna difficoltà.
Qui altre due righe su birrerya ed altre due su inbirrerya, con pareri discordanti tra Laschi e Schigi (rispetto a quella birra in versione 2007). Questa birrra a me non è dispiaciuta affatto!
Saliamo di livello, alcolico. Si passa alla Winterkoninkske del birrificio Kerkom. Molto bella la parte storica della scheda presente su Una birra al giorno, di cui riporto la spiegazione del nome:
Birra dedicata allo Scricciolo, in fiammingo appunto chiamato Wnterkoninkje (ovvero “il re dell’inverno”), il piccolo uccello ritratto anche in etichetta che tradizionalmente “annuncia” l’arrivo dell’inverno quando dalla campagna si sposta verso i centri abitati alla ricerca di un luogo meno freddo dove costruirsi il nido. Ma nella tradizione celtica lo scricciolo è anche legato al giorno di Santo Stefeno (Wren’s Day). Fu proprio questo uccello, con il suo canto, a rivelare ai romani dove fosse il rifugio di Stefano che fu poi catturato e lapidato.
La birra si presenta di colore mogano, con una bella schiuma fine. Al naso qualche neurone impazzito me la associa ad una Pannepot, anche se so si tratta di produzioni ben diverse. La nota che emerge è quasi caffettosa, mentre in bocca si trova di tutto: uvetta, fico secco, melassa, fino ad evolversi verso un amaro di radice di liquirizia. Scaldandosi va sempre più in crescendo, ma si mantiene abbastanza prevedibile, ad ogni modo, lungo tutta la bevuta. Birra assolutamente degna di nota, nonostante ne avessi un ricordo splendido risalente allo scorso anno, quando la bevvi al Moeder Lambic St. Gilles a Bruxelles.
La terza birra sarebbe stata la migliore della serata. Si tratta di un birrone che lascia davvero a bocca aperta, nonostante fossi preparato sul restarne affascinato. La Kerst 2013 di Extraomnes è davvero tanta roba.
Appena stappata la sensazione carica all'olfatto mi ha richiamato le mandorle caramellate, anch'esse natalizie, per la loro ricchezza zuccherina e le sensazioni caramellate leggere, non stucchevoli ma deliziosamente appaganti. Quando la complessità è espressa in maniera così semplice ed apprezzabile, vado in blocco. Non riesco a snocciolarne troppo le caratteristiche e mi ci faccio prendere, mi faccio coinvolgere.
Il paragone con una qualche forma di amore studiato rispetto ad un fuoco travolgente in modalità colpo di fulmine è presto fatto.
Ad ogni modo, in bocca si sviluppa con capriole e piroette, ruotando sempre attorno ad una dolcezza piena, di frutta matura, ma che sveltamente viene ripulita, non so come, nel finale. Mandi giù e quasi dimentichi cosa hai appena bevuto, e per una birra di 10%alc. non è una cosa facilissima da portare a termine. Insomma, devo contenermi per non finirmela velocemente. Tutto quello che si può dire su questa birra, con o senza timore reverenziale verso il blasone del birrificio e del suo team, è assolutamente meritato e le va riconosciuto. Mi ritrovo molto con questa scheda, seppur riferita alla versione 2012.
A questo punto inseriamo una birra che forse avrebbe trovato posto migliore prima della Kerst, ma nonostante un iniziale sconvolgente ritorno sul pianeta Terra, ci riprendiamo. Stappiamo la Santa Bee del birrificio Boelens, ma sinceramente il naso non sembra dei migliori. Inizialmente si palesa qualche ricordo di detersivo, di ammorbidente più precisamente. Quando poi scopro che probabili spezie sono la cannella e lo zenzero, qualcosa torna. Il colore è un ambrato scuro con riflessi mogano e la schiuma è copiosa e compatta. Anch'essa scaldandosi migliora notevolmente, facendo venire fuori ancora più nettamente una seconda parte di bevuta alquanto terrosa nell'amaro, rustica, a spezzare l'imbocco dolce caramellato iniziale. A non migliorare è l'impressione sul corpo, non dei più pieni tanto da relegare questa birra ad un consumo durante un pasto più che alla fine dello stesso. Gradevole e ben fatta, non colpisce al cuore in maniera indimenticabile.
Tornando a qualcosa di davvero serio, non potevamo fare chiusura migliore. La ciliegina sulla torta è la Stille Nacht 2013 dell'istituzione De Dolle. Qui la gradazione è di ben 12%alc, e si sentono tutti. Scatta in ogni fase il paragone con la precedente Kerst, ma sono birre parecchio diverse. Qui si sprigiona subito al naso una forte nota etilica che ti fa capire che è finito il momento di scherzare. Anche in bocca fa subito sul serio, mi regala subito sensazioni di ciliegia sotto spirito ed un tocco morbido e soffice quasi di bocciolo di rosa. Qui non siamo al cospetto di un grande equilibrio come nel caso della Kerst: l'ago della bilancia si sposta decisamente su forti sensazioni di calore, anche su un amaro da radice. Anche qui, non è facile rimanere lucidi di fronte a cotanta opulenza e complessità. Sta di fatto che questa birra (almeno questa versione 2013) è davvero per fegati forti, non si beve molto facilmente ma in compenso, per chi la affronta di petto, sa regalare appagamento e calore in abbondanza.
A dispetto da quello che può sembrare, dai peli nell'uovo che sono andato a cercare, incornicerei questa bevuta mettendola tra le migliori mai fatte.
Il freddo fuori, un riparo caldo con queste birre ad avvolgerti e coccolarti non possono che fare di questa situazione una delle migliori per cullarsi nell'abbraccio alcolico di queste creature.
Fra tre giorni volerò a Roma per l'ormai consacrato festival Birre Sotto l'Albero (la lista delle birre è da sgranare gli occhi): non vedo l'ora di continuare con questo approccio, in un contesto ancor più gioviale e socializzante, con tanta, tantissima roba da bere e con cui scaldarsi.
Cheers!
ma te le sei bevute tutte e 5 di seguito?! complmenti!!:)
RispondiEliminaHo fatto il bravo, abbiamo diviso in due le varie 33cl, anche se su Kerst e Pere Noel ho fatto fatica a farmela bastare. :D
EliminaSarò irriverente, ma ieri ho preferito la Kerst alla Stille Nacht. Tuttavia mi riservo di cambiare parere al prossimo assaggio :D
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