Il mio BBF 2014

È davvero dura recuperare lucidità dopo un prolungato week-end di festival birrario. Eppure da testardo maniaco dei ricordi voglio fissare questo momento e questa n-esima edizione del BBF che ho vissuto lasciando cadere qualche parola sulle birre, sull'atmosfera, sulle sensazioni.
Come sempre musica e partecipazione popolare sono state il leitmotiv della manifestazione, e questa è spesso la condizione minima che crea una sana atmosfera di goliardia.

Quest'anno tutto ciò è stato arricchito dalla ricca presenza di un gruppo di "addetti ai lavori" davvero molto numeroso, giunti un po' per decretare le migliori birre per il Concorso HB "Fascino Mediterraneo" ma anche e soprattutto per vivere questo festival, uno dei pochi a Sud: mai quanto in questa edizione la partecipazione di giudici, birrai, degustatori, docenti e scrittori birrari è stata così numerosa, e questo ha sicuramente contribuito a dare anche maggior peso al BBF. Senza girarci intorno: un appassionato si sente ancor più contento nel potersi confrontare con chi di festival ne gira e che ne beve di tutti i colori, scambiando vedute ed opinioni sul movimento ma anche vivendo il lato umano di questi incontri, dopo i quali la birra a volte viene ridotta a semplice pretesto, come è giusto che sia e come lo è sempre stata, per fortuna!


A proposito del concorso di homebrewing...ancora una volta ha sorpreso: soprattutto per capacità di inventiva che hanno avuto coloro che si sono classificati ai primi posti: ha vinto una birra con aggiunta di ben 3 mosti d'uve differenti e non è una cosa da tutti concepire questa creazione. Meritevoli anche le altre birre del podio e devo dire che tutto il livello delle circa 50 birre arrivate mi è sembrato alquanto elevato, impressione contraria a quella dello scorso anno.

Tornando alle serate, tante le birra passate dalle spine.
Doveroso distinguere almeno due categorie, anzi tre: le birre Birranova, la selezione di birre pugliesi e la selezione di altre birre italiane. Vado a memoria, se me ne è rimasta ancora.


Tra le birre Birranova la migliore mi è sembrata la Linfa Galaxy, variazione sul tema della classica birra a cavallo tra golden ale e APA. Buonissimo il carattere esotico dato da questo luppolo, ed assaggiata anche nella versione spillata con metodo Randall ha sprigionato ancora di più la sua potenza aromatica.
Molto intrigante anche la nuovissima Giara, blanche nuova di zecca realizzata con una copiosa percentuale di avena. Cereale che si sente tutto, che contrasta molto bene l'acidulo del frumento al punto quasi di neutralizzarlo e che dona morbidezza inaspettata.


Andiamo tra le birre ospiti pugliesi ora: bevute non proprio tutte ma posso eleggere come migliore birra la Staut in Puglia realizzata dai quattro birrifici Eataly Birreria, Svevo, Birranova, B94. Tanto caffettosa e neanche tanto dolce in bocca, nonostante aggiunta di lattosio per avvicinarla alle milk stout. Un'ottima bevuta, costante in tutte le serate.
In buono stato la Caterpilsner, sempre collaboration realizzata da Zerottanta e Birranova: questa imperial pilsner, a distanza di mesi, ha visto un po' attenuata il suo lato luppolato ed il contenuto destrinico per diventare meno rotonda ma più compatta e scorrevole, nonostante non sia proprio una birretta facile.


Capitolo birre ospiti nazionali: dura scegliere ma prendiamone tre.
Molto buona, forse la migliore kölsch circolante sul territorio nazionale, la Hauria di Croce di Malto ha proprio un netto carattere fruttato con una pulizia che qualsiasi naso battezzerebbe come tipica tedesca.
Sicuramente meritevole anche la nuovissima H di Birrone, tanto nuova che non ci sono neanche informazioni. Meglio, si può essere così meno influenzati dallo stile e, allo stesso tempo, si può giocare accostandogliene uno. Se fosse una bassa fermentazione, come tante se ne trovano nella gamma di Birrone, sarebbe identificabile come keller: luppolatura massiccia ed erbacea, freschezza e scorrevolezza massime, taglio amaro deciso. Ad ogni modo, anche se fosse con lieviti ad alta fermentazione, vi sarebbe comunque vicina per la pulizia ed i leggeri fruttati: in tal caso potremmo anche vederci una interpretazione più erbacea di golden ale. Finito questo giochetto estivo, non c'è dubbio nel decretarla come una birra riuscitissima ed originale.

Chiudo con quella che con terminologia da festival americani vorrei definire la "Best of the show": Jurmanita del Birrificio dell'Aspide. Anche qui va premiata l'originalità: dichiarata IPA da 6,6% ma è molto più di quello che lo stile più chiacchierato del momento può suggerire. L'alchimia tra lievito e luppolo (il nuovo tedesco Mandarina Bavaria) tira fuori aromi di fico, uva rossa e macedonia, mentre alla base qualche malto speciale sicuramente arricchisce la percezione della complessità di questi toni fruttati. L'amaro è docile nonostante i 66 IBU, per nulla asfaltante ed in linea con la gentilezza di questa birra che quasi ammicca alle interpretazioni belghe dello stile (Belgian IPA?). E' finita in un niente, una volta assaggiata la gente tornava senza più esitare. Ma delle capacità del birraio Vincenzo ormai non mi meraviglio, da quando tempo fa ebbi modo di accorgermene.


Che altro aggiungere? Nulla, solo l'augurio di vedere crescere ancora di più il BBF già dalla prossima edizione, a cui penso l'indomabile Donato tra non moltissimo comincerà già a pensare.
Triggianello, sempre più Piozzo del sud.

Cheers!

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