Malatesta e Cavour, i nuovi birrifici di Lecce e Bitonto

L'allargamento della famiglia dei birrifici pugliesi non conosce freno, tant'è che se guardo alle spalle in questi mesi ho parlato quasi solo esclusivamente di nuove birre e/o birrifici.
Più che accumulare nomi nel tempo, vorrei provare ora ad aggiornare volta per volta la lista in base alle nuove aperture, per cui oggi parleremo di (solo) altri due birrifici.

Nell'ambiente sportivo è motivo di orgoglio per una cittadina avere più di una società a gareggiare in una categoria: con questa analogia potremmo gioire per le città di Bitonto e Lecce, dove i birrifici che producono sono ormai due.

Il primo birrificio, di recentissima apertura, è Malatesta e si presenta come birrificio della città di Lecce essendo ubicato a brevissima distanza dalle splendide vie barocche della città salentina.


Ho avuto modo di chiacchierare insieme a qualche birra con l'artefice del progetto che è Stefano Chironi, anch'egli reduce da quel campo formativo che è l'homebrewing, il quale ha voluto esordire con due birre alquanto diverse tra loro.
Ecco quanto ci dice Stefano:

Finalmente! Dopo due anni di sacrifici ed impegno, superando tutti gli ostacoli burocratici, Malatesta ha iniziato la sua produzione.
Forse la scelta di collocarlo all'interno della città, in zona residenziale e a due passi dal centro storico leccese, non ha facilitato le cose.
Il birrificio, per il momento, è composto da un impianto a tre tini da 10hl, due fermentatori da 25hl ed un tino di miscelazione.


La prima è la Kritical Weiss, ed anche in assenza di informazioni più dettagliate non sarebbe difficile immaginare che si tratta di una weiss classica di stampo bavarese. Così la descrive Stefano:

È una weizen molto leggera, beverina, caratterizzata più dai malti, quelli di frumento in particolare, con sentori molto leggeri di chiodi di garofano e banana, nonchè erba tagliata ed una frizzantezza non eccessiva. In questa sua prima versione ha 4,3%alc.

Curiosa (ma secondo me rispettabilissima) la scelta di uno stile classico per la birra d'esordio in un panorama di nuove aperture dove, solitamente, si tende più a stupire con effetti speciali il consumatore medio che ad assecondarne i gusti seppur conferendo sapori di intensità che solo un prodotto craft può dare. Una gateway beer d'altri tempi, insomma, ma dal colpo sicuro.

La seconda birra, invece, va più verso l'effetto "sorpresa" perchè si tratta di una APA. È la V per Vittoria, birra da 5,3%alc. che si presenta con aromi agrumati, erbacei e speziati oltre che con un amaro tipico delle abbondanti luppolature che lo stile suggerisce.


Al naso presenta interessanti note fruttate, con espliciti sentori di pompelmo rosa nonchè di mango e frutta esotica, che si ritrovano in bcca ma in nessun momento diventano stucchevoli al palato.
Entrambe hanno avuto un esordio di tutto rispetto durante le serate di presentazione al Prophet ed al Bluebeat di Lecce, con tanti amici e gente accorsa ed ho avuto il piacere di spillare personalmente queste mie prime due creazioni.
Altri appuntamenti saranno quelli del Beer Attraction di Rimini ed altre presentazioni a Bergamo e Milano.

Stefano mi confessa che in questi appuntamenti avrà la possibilità di presentare anche due ulteriori novità: la American IPA Capricci e la ESB/English IPA Wooly Bully, mentre la quinta birra sarà la A Sante e sarà una Stout.
Personalmente sono molto curioso di assaggiare queste quattro birre, non credo l'occasione tarderà ad arrivare.



I primi riscontri che le mie birre stanno avendo sono sicuramente soddisfacenti. Lo speravo! Ci ho sempre creduto! Adesso ho degli elementi concreti che mi spingono a pensare che il mio progetto possa essere un successo e che la mia birra sarà in grado di diffondere emozioni in giro senza mai perdere il contatto con le mie radici e la mia terra.
Fondamentali per la realizzazione del progetto (sogno) sono stati per me gli incontri con alcuni dei birrai più preparati del panorama nazionale. Mi piace citare Giovanni Campari (Birrificio del Ducato), che è venuto a collaudare il mio impianto e la cui esperienza è stata preziosissima per permettermi di riuscire, già dalle prime cotte, ad ottenere risultati decisamente positivi, ma anche Arrigo De Simone (Birrificio Desmond) che mi ha fornito le basi su come si produce birra e come si gestisce un birrificio.
Molto importante il sostegno del prof. Pino De Luca che nei due anni di produzione casalinga, grazie al suo naso  ed al suo palato da sommelier, mi ha aiutato e spinto ad affinare sempre più le mie ricette.


Il secondo birrificio su cui vorrei soffermarmi è Birra Cavour, birrificio situato a Bitonto (BA). L'ispirazione del nome è probabilmente racchiusa nel logo stesso, rappresentante il torrione angioino di 24m di altezza che si erge proprio al centro di Piazza Cavour, una sorta di simbolo della città insieme alla cattedrale in romanico pugliese.

In sala cottura dirige le operazioni Nicola Marcianò ma il team è composto da tre persone, cresciute con l'homebrewing partendo cinque anni fa con le classiche cotte casalinghe, fino al coronamento di un sogno professionale.

Le idee sono tante, ma la primissima birra per ora prodotta è la omonima  Birra Cavour: si tratta di una birra pale ale di 6%alc. prodotta con malti pilsner, la quale ha subito anche un passaggio in legno di quercia francese, pratica riservata solitamente a birre di gradazione più elevata ed anche piuttosto coraggiosa da impiegare per la birra d'esordio.


Il birrificio ha una sala cottura da 5hl ed al momento è provvista di due fermentatori da 500l ciascuno.

Quello che questi due nuovi birrifici hanno in comune è l'essersi inseriti in un contesto dove la birra artigianale è stata già sdoganata.
Infatti abbiamo da una parte la cittadina di Bitonto, dove da un paio d'anni esiste e produce già il Birrificio I Peuceti, intento spesso anche nel coinvolgere curiosi e non in eventi tematici di degustazione; dall'altra parte abbiamo una località, Lecce, che nella sua prima periferia ospita da diversi anni le produzioni del birrificio B94, ma è una località che non ha bisogno di tante altre descrizioni in termini di fermento, avendo sul proprio suolo dei locali faro del moderno movimento pugliese in quanto a selezione di birre e partecipazione della clientela come Orient Express, Prophet, Bluebeat Bar, Birsciòp ecc...


Questo terreno, in parte già spianato ed esplorato, potrebbe quindi portare qualche lieve vantaggio ai due nuovi arrivati in termini di divulgazione, anche se allo stesso tempo potrebbe serbare qualche insidia nel campo della concorrenza e della penetrazione nel mercato locale.
Sarà il tempo ad evidenziare l'una o l'altra situazione, ma sarà come sempre la qualità del prodotto finale la discriminante principale tra questo proliferare di birrifici in questa regione sempre più "California italiana".

Il bello è che ne arrivano ancora altri di birrifici, che scopriremo non appena arriveranno ufficialmente sul mercato.
In bocca al lupo ad entrambi!

Cheers!

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