Altre novità pugliesi da Birranova, I Peuceti ed Ebers

I mesi estivi scivolano via tra una birra e l'altra, ma da queste parti l'attenzione per i buoni prodotti, vecchi e nuovi, non cala mai.
Con questo post è la volta di ricordare le ultime novità che i birrifici pugliesi hanno lanciato in questo caldo periodo, e ce n'è per tutti i gusti.
Ho già avuto modo di berle tutte quindi se ne può parlare con cognizione di causa.

Allo scorso BBF il birrificio organizzatore dell'evento, Birranova, ha portato due nuove birre.
La prima è la Negramara Alt Original, birra di 3,7%alc. che si rifà alle tradizionali altbier di Düsseldorf. La birra di suo non è una novità assoluta, dato che Donato Di Palma, agli albori del suo birrificio (ben 7 anni fa), esordì proprio con la Negramara, una birra proprio ispirata alle altbier, nel tempo affiancata e poi soppiantata dalla Negramara Extra, nota per essere una sorta di american brown ale con un profilo molto luppolato ed americano.
Personalmente auspicavo da tempo tornasse questa bella session beer, a maggior ragione dopo aver assaggiato le altbier in loco lo scorso anno.
La birra è molto watery, come copione, giocata su un lieve caramello al naso, un corpo finissimo con qualche tono di cacao e di tostatura. Difficile fare birre che siano leggere e perfette, qui se vogliamo manca un filo di amaro in più e di morbidezza, ma direi che ci siamo.


Questa propensione di Donato verso le altbier non è nuova, mi piace ricordare anche la Say no more, birra realizzata qualche anno fa per il locale Infermento, che era una sticke, versione più muscolare di una altbier.


Altra novità, stavolta assoluta, è stata la Mister X, belgian strong ale da 7%alc. Una birra forse non propriamente estiva, che ripercorre le gesta della 9 in condotta, tripel realizzata lo scorso inverno. Qui si tratta di una versione meno spinta, una sorella minore che però si fa rispettare.
Un carattere molto fruttato, con frutta a polpa gialla matura, ma alquanto snella in bocca, con un regolare finale leggermente amaricante. Un po' meno piacevole è la botta alcolica ed il calore etilico che si sprigiona in gola dopo il sorso, ma probabilmente con altre temperature sarebbe anche più piacevole.
Ad ogni modo, me la segno per riberla con i primi freddi tra qualche mese.


Da Birranova è arrivata da qualche giorno anche una terza novità. Si tratta di un gruyt e si chiama Nova Cervogia, presentata in occasione della manifestazione Le notti della Contea svoltasi nella vicina Conversano (BA). È una birra di un colore dorato carico, con qualche riflesso di ambra, e che si presenta molto semplicemente, con qualche tocco di fieno e caramello, regalando la scena alle erbe utilizzate: artemisia vulgaris, achillea millefolium, verbena odorosa e melissa.
In bocca la sensazione è proprio di infuso, con aromi officinali e campestri, spinti anche da una carbonazione allegra. Mi sembra una birra alquanto ben riuscita, che sicuramente ritroveremo in altre occasioni.


Tutta estiva, invece, è la Fakkaldo, creatura del birrificio I Peuceti: si tratta di una american wheat realizzata con e per i pub Corvotorvo e Birrarium, tributata all'amico del birrificio, Aldo. Parliamo di una birra di 5,6%alc. e 20 IBU, con malto di frumento al 40%.
Mi è piaciuta molto, devo dire che la mano molto cauta del birrificio mi faceva pensare ad una versione poco aggressiva e dissetante, ma l'assaggio mi ha fatto cambiare idea. I toni citrici ed agrumati sono intensi ma puliti, ed in bocca l'amaro è chirurgico ma non avaro.
Una birra che mi sembra ben fatta, buon segno della continua crescita del birrificio bitontino.


Ultima novità, ma sempre legata ai mesi più caldi dell'anno. Stavolta ci spostiamo nel foggiano, o meglio, sul Gargano, dove da un'idea di Vincenzo Ottaviano, anima del caratteristico locale Al Trabucco da Mimì di Peschici, il birrificio Ebers ha brassato la Bianca del Gargano. È una birra realizzata con il 40% di grano (non maltato) Senatore Cappelli, zagare ed arance IGP del Gargano e di base vuole essere una blanche. Nei fatti lo è, abbandonando certamente qualche canone stilistico. La bevuta risulta molto rustica ma non c'è gran fastidio nel contributo del grano, che ovunque venga usato ho spesso sentito come inadatto ad un certo tipo di birra, a conferma della non scontata interscambiabilità tra classici varietà per birrificazione e varietà locali. Qui il suo contributo mi ha lasciato meno interdetto del previsto, concedendo piacevolmente spazio al tono aranciato delle scorze d'arancio, senza offuscare la leggerissima speziatura dei fiori d'arancio o zagare, appunto. Certo, il contributo di questo grano in bocca poi si avverte, ed è un rustico riconoscibile ed attribuibile a sensazioni animali, "da pollaio", con un carattere acidulo sui generis, distante da quello classico dello stile.
Aver beccato al primo colpo una birra, sulla carta complessa, accresce ulteriormente la stima verso il birraio Michele ed il suo Ebers, da cui so per certo stanno venendo fuori altre birre.

Ma di queste e di altre ne parleremo quando le avremo nel bicchiere.
Per ora...cheers!

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