Che dire...disarmante forse è poco.
Ho finalmente avuto modo di bere una birra di De Struise e di imbattermi finalmente in un locale la cui fama, ai miei occhi, lo precedeva.
Al Windigo di Bari ho potuto prendere la Pannepot 2010.
Le informazioni che vedo sempre come "certificate", per me, sono sempre quelle che Alberto Laschi rilascia sul suo Inbyrreria.com.
Del birrificio belga De Struise e della loro Pannepot "classica" (esistono diverse versioni) parla così:
[...] tutt’oggi una delle top strong dark ale, in assoluto. Il progetto nasce nel 2005, e la “colpa” è di un dipinto di proprietà di uno dei soci degli Struise (Carlo Grootaert), oggi esposto in uno dei luoghi di “culto” birrari belgi: il Kulminator di Anversa. Il dipinto ritrae una barca, la pannepot appunto, tipica della marineria di De Panne dei primi anni del ‘900, adoperata per la pesca lungo la costa. Una barca particolare, dal fondo quasi piatto: questo perché i pescatori di De Panne avevano le barche ma non un porto dove attraccarle, e per questo ogni giorno dovevano tirarle in secco sulla spiaggia (curioso il parallelismo: pescatori senza porto e birrai senza birrificio …). Lavoro particolarmente duro, quello dei pescatori di quella zona dell’Atlantico, che per “tirarsi un po’ su” bevevano una birra particolare, scura e molto robusta, arricchita a volte con tuorli d’uova e zucchero. Quasi per ri- offrire una specie di tributo a questa tradizione, anche familiare (i nonni di Carlo Grootaert possedevano essi stessi una barca da pesca), gli Struise nel 2004 creano la Pannepot, una strong ale di 10°. [...]
Ho timore reverenziale nel parlare di una birra che in quasi tutti i ranking internazionali è piazzata sulle più alte posizioni ed alle spalle delle sole Westvleteren, Rochefort e poche altre...ma ci provo.
Servita a temperatura ambiente (oserei dire calda, ma non è una critica, anzi...), questa dark strong ale mi si è presentata con una schiuma degna delle migliori stout, pur non essendo propriamente il suo stile di riferimento. Persistente e cremosa.
Al naso si sente già il grado alcolico elevato (10% vol.) con sensazioni di liquirizia, frutta matura.
In bocca pensavo attaccasse molto dolce, invece non lo è troppo, per i miei gusti. Si avverte un corpo splendido e vellutato, amalgamato cremosamente con una schiuma deliziosa che richiama immagini di cappuccino e cacao.
Quasi senza farsene accorgere, il gusto vira gradevolmente sulla liquirizia e su un tostato molto elegante e poco ruvido, con aromi e sapori presi in prestito dalla moka e dal caffè in grani.
Lascia un finale complesso nel suo equilibrio, tutto da decifrare ma non troppo lungo, ed ho gradito molto anche questo.
Non è birra da bere in ogni momento e ogni giorno, ma ha un carattere che non passa assolutamente inosservato.
Sguazzando un po' sulla rete, ho notato ancora meglio il risalto che viene dato all'annata di produzione, il che presuppone o cambiamenti di ricetta o involontarie differenze tra le successive annate.
Ideale sarebbe una verticale di Pannepot assaggiando le varie sfornate annuali, ma già così sono molto soddisfatto di aver trovato una birra di questo tipo nelle vicinanze.
Menzione speciale per il Windigo, in cui presto tornerò per onorare al meglio la vasta scelta di birre artigianali. Ho assaggiato anche una Lupulus alla spina molto beverina, ma c'è davvero molto molto altro.
Da andarci con una certa frequenza, soprattutto perchè fino a pochi mesi fa ignoravo, ahimè, la sua esistenza!
Cheers!
Infatti sarà una nuova realtà, o almeno si sarà "messo in riga" da poco ;-) Beh dammi altre notizie se capiti da quelle parti, spero di farlo pure io presto :-)
RispondiEliminaCerto Francesco, sicuramente sta avendo maggiore visibilità.
RispondiEliminaA presto per nuove notizie birrarie! ;)