Bruxelles parte II: Bier Circus e l'esagerato Moeder Lambic Fontainas

Ancora Bruxelles, quindi, per una giornata intensissima.
Salto a pie' pari la cronaca delle visite per la città, piena di cattedrali gotiche, affascinanti e nella quale altezza ci si perde davvero facilmente.

La prima sosta del giorno è al Bier Circus, locale abbastanza moderno rispetto ad altri, che propone un arredamento circense affianco ad oggettistica birraria: vassoi per birra usati come sottovasi, casse di Westvleteren come paralumi ecc...

Cinque vie al bancone, con un ambiente più da pub ed uno più comodo. Ed è in questo secondo che prendiamo posto.
Vedo in menù Westvleteren d'annata a 40,00 €, così come Chimay 150 anniversaire ma in bottiglia da 75 cl, così mi concentro sulle birre alla spina in primis.

Continuando la rassegna delle acide, mi fiondo sulla Gueuze di Girardin. L'aroma per me è indecifrabile, ma quella acidità noto si smorza in bocca sorso dopo sorso. Mi starò mica abituando? Non male però.

Per tornare a sentire sensazioni a me più familiari scelgo dalle spine la Belle Fleur del belga De Dochter van De Korenan. Colore biondo dorato servita anche troppo fredda. Mi aspettavo una blonde (vedi ragionamento dello scorso post), ma in realtà è più articolata. A posteriori ho trovato si trattava di una belgian IPA, ma come sempre questo stile ha l'amaro molto meno avvertibile che in altri esempi anglosassoni.
Ad ogni modo, molto di frutta a polpa gialla e buccia di arancia, appagante anche se dimostra più alcol di quanto ne abbia (6%), o forse l'ho bevuta troppo in fretta.
Va da dio con un piatto tipico delle fiandre come il waterzooi, una zuppa di pesce (anzi, di pesci) ridotta in non so quale modo fantastico.

La terza birra non mi piace per niente, invece. Sempre dal tabellone delle birre alla spina scelgo una dubbel, la Keyte Oostèndse Dobbel-Tripel. Si tratta di una birra del birrificio Strubbe, ma la birra non è affatto una dubbel. a partire dal colore troppo carico si intravede la tostatura elevata che si avverte in bocca. Anche qui birra quasi ghiacciata, mi tocca aspettare molto per bere. Viene definita come quadrupel, ed i conti non mi tornano ancora. Corpo scarico ed etilico a mille con 9,2% alc, un enigma ed un po' di spazio perso per una birra migliore.

Archiviata la visita al Bier Circus, facciamo in modo che Bruxelles ci conduca da una piazza all'altra, da una chiesa all'altra, scoprendo angoli di città a piedi con un ottimo ed inaspettato sole.

Arrivata la sera, però, è il momento di dedicarci ad uno dei locali più discussi della città, nel bene e nel male.
E' il Moeder Lambic di Place Fontainas, a 5 minuti a piedi dal centro. E' il secondo di due locali, il primo, l'originale, è in un'altra zona di Bruxelles. Ci vado un altro giorno là.
Un'abbondanza di birre quasi "pornografica", con ben 46 vie al bancone e non so quante altre birre in bottiglia.
La serata è un evento speciale, si festeggiano i 3 anni di questo locale. Per l'occasione ci sono birre diverse da quelle usuali, sebbene al Moeder Lambic sia tutto organizzato con birre "ospiti" e birre "stabili" con una rotazione comunque velocissima delle prime.

De La Senne è molto presente anche qui rappresentando la gioventù della città sia nell'imprenditoria birraria che nei gusti. Prendo proprio la Band of Brothers S01E01, una birra brassata appositamente per il Moeder Lambic. Presenta un amaro resinoso ed un colore biondo opalescente. Credo sia spillata a pompa, si vede una schiuma molto pomposa ed invitante. Ha un sapore in cui domina l'amaro con spezie erbacee ed odori da frutta matura, anzi quasi marcia, per una belgian ale che non mi ha stupito più di tanto.

Per poter fare un mezzo paragone con la gueuze assaggiata a pranzo, prendo la Gueuze di Tilquin stavolta. Devo dire che probabilmente è proprio come ho letto un po' in giro, e cioè che Tilquin propone birre meno "estreme" rispetto ai gusti standardizzati e più "domabili". In effetti a me è piaciuta più della Girardin, ma sottolineo ancora una volta che sulle fermentazioni spontanee sono veramente somaro. Però la sua intensità meno evidente la vedo come un pregio, almeno per il mio palato.

Continuo sfruttando l'occasione di bere una birra da tutti declamata come favolosa. Si tratta della Fou'Foune di Cantillon, un lambic in cui viene aggiunta una grande quantità di albicocche. L'aroma è quasi pepato, ricorda degli sciroppi anti-tosse. In bocca è completamente diversa, sembra avere una vena acida molto ben amalgamata col fruttato gentile dell'albicocca. Decisamente amabile, non le si può dire di no.

Continuando con Cantillon ho la fortuna di bere anche la Zwanze 2009, vale a dire una delle birre annuali rilasciate da Cantillon in concomitanza nei migliori locali del mondo per festeggiare il birrificio, ma la cui ricetta (anzi, l'aggiunta di frutta o spezie) cambia di anno in anno. Questo era l'ultimo fusto presente al mondo, almeno così è stata presentata la cosa. La particolarità di questa birra era l'aggiunta di fiori di sambuco. Anche questa presenta un aroma davvero intenso, quasi pepato ma molto delicato. L'erbaceo ed il floreale la fanno da padroni nel contrastare l'acidità della birra. Ne viene fuori qualcosa di molto fresco.

Altra di De La Senne, anche se non le ho potute assaggiare tutte (fortuna che prevedono anche bicchieri da 25cl altrimenti sarei perso). Prendo la Zwarte Piet, descritta come sour ale un po' dappertutto. Devo dire che di questa belgian stout la vena acida era veramente sottile, quasi impercettibile se da una stout so di aspettarmela già un po' di suo. Molto cioccolatosa con una schiuma compattissima, meritevole sicuramente di ulteriori assaggi. Non avrei mai pensato che un blend tra la Stouterik e la Gueuze di Cantillon facesse venir fuori questa armonia latente.

Per concludere questa maratona finisco con la Hop Harvest 2012 di De Ranke, birra realizzata con luppolo fresco. Anche in questa avverto un resinoso che non amo più di tanto, ma capisco viene dalle dosi elevate di luppolo fresco usato al posto del luppolo secco. Questo ha conferito sicuramente un aroma notevole, in bocca però non ho sentito la stessa gioia.

Tutto sommato locale favoloso, ma soprattutto per la forza di aver proposto birra ai giovani quando invece rischiava di restare confinata ad un pubblico di soli anziani. Prezzi abbastanza medi, con tante birre italiane anche, ma che diventa poco vivibile di sera. Cioè...mi spiego: c'è tantissima gente e se vuoi goderti una qualsiasi birra e gustartela con tutti i sensi, risulta davvero difficile. Ma magari alla maggior parte dei clienti va benissimo questo approccio, per carità.

Cheers!

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