Il concorso organizzato da Unionbirrai, arrivato quest'anno alla decima edizione, ha annunciato ieri sera i risultati.
Dieci anni di progressi, di maturazione del movimento e di crescita del concorso stesso, trainata dall'aumento dei birrifici sul suolo nazionale e dalla voglia di una parte di essi di misurarsi, sottoporsi ad un giudizio e magari raccogliere soddisfazione ed un pizzico di notorietà.
Partiamo dai numeri: 820 birre in gara provenienti da 150 birrifici, per cui parliamo del 18% dei birrifici italiani che partecipano con in media poco più di 5 birre a testa.
Non sembrano grandissimi numeri, nonostante ci siano circa 200 birre in più dello scorso anno.
I giudici quest'anno sono stati coordinati dal duo Kuaska - Flavio Boero, le cui abilità tecniche e gestionali avranno sicuramente contribuito a dare una certa piega alle sessioni di degustazione.
Le categorie in cui iscrivere le birre erano ben 26, invariate rispetto allo scorso anno. In realtà, con circa il +30% di birre presenti, qualche sforzo per distinguere certe categorie poteva essere fatto, dato che la giustificazione che si è data in passata per accorpamenti di stili non poco differenti tra loro era che le birre sarebbero state troppo poche nelle singole categorie. Mi riferisco soprattutto al caso della categoria n.17 dove le blanche devono vedersela con le belgian blond, ma anche alle categorie n.4 e n.5 che comprendono stili di ispirazione tedesca.
Come ormai provo cerco di fare annualmente, segue qualche commento.
BIRRIFICIO DELL'ANNO
Birra del Borgo
1. "Italian Lager" Helles, German & Bohemian Pilsner, Zwickl, Keller, Dortmunder Export, American Lager
1-Lariano-La Grigna
2-Argo-Amberground
3-Curtense-Brixia Lager
2. Golden Ale, Cream Ale
1-Valcavallina-Sunflower
2-Birra dell'Eremo-Nobile
3-Birra100Venti-James Blonde
3. Kölsch
1-Argo-Terzo tempo
2-Kamun-Prima Lux
3-Croce di Malto-Hauria
4. Vienna, Marzen, Dunkel, Schwarz, Dark Lager, Alt, Sticke
1-Statalenove-Miss Kartola
2-Birra Elvo-Schwarz
3-Anonima Brasseria Aquilana-Special Red
5. Bock, Heller Bock, Maibock, Doppelbock, Eisbock
1-Birra Elvo-Heller Bock
2-Lariano-Falesia
3-Statalenove-J and B
6. Bitter, Pale Ale
1-Geco-Marvin
2-Foglie d'erba-Babel English edition
3-Birrificio del Forte-Meridiano Zero
7. India Pale Ale
1-Birra del Borgo-Reale
2-Gambolò-Nowhere
3-'a magara-Mericana
8. American Pale Ale
1-Birra Perugia-Calibro 7
2-Birra del Borgo-Reale Extra
3-Birra Ofelia-Uill iu bai
9. Double India Pale Ale, Imperial IPA
1-Menaresta-La Verguenza
2-Mukkeller-Hattori Hanzo
3-Math-La 10000
10. Black IPA, Cascadian Dark Ale
1-non assegnato
2-Acelum-Bela Lugosi
3-Brew Bay-Darqside
11. English/American/Scottish Strong Ale
1-Retorto-Daughter of Autumn
2-Baladin-Super Bitter
3-Piccolo Birrificio Clandestino-Santa Giulia
12. Brown Ale, Mild, Porter, Stout, Dry/Sweet Stout/Oatmeal Stout
1-Math-La 27
2-Oldo-Bart
3-'a magara-Magaria
13. Robust/Baltic Porter, Imperial Porter, Russian Imperial Stout
1-Mezzavia-Nautilus
2-Foglie d'erba-Hot night at the village Breakfast edition
3-Via Priula-Càmoz
14. Barley Wine, Old Ale
1-Birranova-Tensione evolutiva 2014
2-Baladin-Terre
3-Baladin-Xyauyù Kentucky
15. Weizen, Dunkelweizen, Weizenbock
1-Manerba-Weizen
2-Birra Elvo-Weizen
3-Birrificio Italiano-BI Weizen
16. Belgian Blonde, Blanche, Wit
1-Birrone-Heaven & Hell
2-MC77-San Lorenzo
3-Rolio Beer-Bianca Castione
17. Belgian Strong Ale, Triple
1-Birrificio del Forte-La Mancina
2-Lariano-Tripè
3-Endorama-Caliban
18. Belgian Dark Ale
1-Birrificio del Forte-Regina del mare
2-Croce di Malto-Magnus
3-Manerba-Rebuffone
19. Spezie e cereali
1-MC77-Fleur Sofronia
2-Birra Tarì-Trisca
3-Birra Terrantiga-Istadi
20. Affumicate
1-Baladin-Xyauyù Fumè
2-Birrificio del Ducato-Smokin' Joe
3-Valcavallina-Darkside
21. Affinate in legno
1-Baladin-Xyauyù Caroni
2-Birra del Borgo-Sedicigradi
3-Stradaregina-Frater Riserva 2013
22. Birre alla frutta
1-MOA-Pink
2-Birra del Borgo-Rubus
3-Retorto-Bloody Mario
23. Birre alla castagna
1-San Michele-Norma
2-Aleghe-La Brusatà
3-Luppolajo-Castanea
24. Birre acide
1-Rurale-Seta Sour
2-Birranova-Margose
3-Baladin-Nora Sour
25. Birre al Miele
1-Rurale-Oasi
2-Oltrepò-Castana
3-Baladin-Mielika
26. Birre con mosto d’uva
1-Birra del Borgo-L'equilibrista
2-Aurelio-MBV
3-Pasturana-Filare
Il Birrificio dell'anno cambia nome, stavolta è Birra del Borgo a strappare lo scettro di più premiato d'Italia. Con due ori (Equilibrista e Reale) e tre argenti (Rubus, Reale Extra, Sedicigradi) vince al fotofinish rispetto al birrificio da battere. C'è da dire che negli anni la creatura di Leonardo di Vincenzo si è avvicinato sempre più ai piani alti, dispiegando le sue migliori birre tra le categorie più svariate. A mio parere il risultato matematico è giustificato ampiamente da qualità, costanza e varietà delle sue birre e ridà un certo spolvero ad uno dei birrifici esempio per tutto il movimento italiano, che più di altri ha mantenuto salde le radici con gli stili più semplici quanto con le sperimentazioni. Premio che, però, quest'anno non avrebbe preso se il regolamento sul titolo non fosse cambiato, dal momento che da questa edizione più piazzamenti di uno stesso birrificio in un'unica categoria non vengono cumulati, prendendone solo il piazzamento migliore.
Raccolgono pochino Italiano e Ducato, mentre fanno i pigliatutto Birrificio del Forte, l'immancabile Statalenove sulle basse fermentazioni, Retorto, Elvo, Lariano, Math, Croce di Malto, Rurale nonchè MC77 e Foglie d'erba, questi ultimi due reduci da nuovi impianti produttivi (condizione che spesso non porta risultati in tempi così brevi) ma subito pronti a rimettersi in carreggiata. Stessa cosa si può dire per esordienti come Argo, Mezzavia e 'a magara.
Tra le categorie più rappresentative La Grigna si conferma come lo scorso anno la migliore "italian lager" (qualsiasi cosa voglia dire), la miglior tripel è La Mancina del Birrificio del Forte, la miglior bitter la Marvin di Geco.
Sul territorio luppolato la (non) sorpresa è la non assegnazione dell'oro nelle black IPA come successe qualche anno fa, l'eredità dell'esule Marco Valeriani che consegna ancora un oro al suo ex birrificio Menaresta con La Verguenza, nonchè la conferma rispetto allo scorso anno della Reale come migliore IPA; soggetta a sorprese periodiche è la categoria delle APA, dove stavolta prende l'oro Birra Perugia.
Ed i freddi numeri cosa dicono? 150 birrifici partecipanti ed un totale di 78 (meno 1) premi assegnati. Non che fosse così facile essere premiati, ma occhio e croce (senza andare col lanternino a contarli uno per uno) di quei 150 partecipanti forse uno su tre ha raccolto qualcosa.
Qualche commento (chi vuole può etichettarle come polemiche, per me sono considerazioni oggettive) in più la merita la categoria delle kölsch, dove la situazione è delicata.
Vince la Terzo tempo di Argo, dichiaratamente cream ale. Le domande sono due:
-perchè una cream ale è riuscita a vincere in una categoria diversa?
-sono errati i parametri delle due categorie o è errata la definizione data alla birra dal birrificio stesso? Qualcuno dica qualcosa...perchè qui le due categorie non sono accorpate e quindi non ci si può porre il dubbio se si ispirasse all'una o all'altra tipologia (vedi situazione delle blond/blanche di cui dopo).
Ok, i due stili hanno poche differenze tra loro, sicuramente poco distinguibili se si degusta alla cieca, come in un concorso si fa. Ma allora perchè vi sono due categorie separate?
Stessa cosa per l'argento, con la Prima Lux di Kamun dichiaratamente golden ale, che snobba il suddetto contenitore cream ale/golden ale per raccogliere tra le birre ispirate allo stile di Colonia. Due indizi fanno già una prova?
L'unica ad essere realmente kölsch dovrebbe essere la Hauria di Croce di Malto, anche se talvolta premiata come kölsch, altre volte come pilsner.
Viene più di una riflessione da fare, ma basta solo dire che una cream ale dovrà e potrà vantarsi di essere la migliore kölsch italiana.
La situazione della categoria belgian blond/blanche non è neanche delle migliori. La vincitrice è una - presumo nuova - birra di Birrone, non so se è una blond o una blanche. Le altre due sono blanche, ma il solo pensiero di accomunare stili così diversi tra loro nella speziatura, nei lieviti così come nei cereali (presenza del frumento in primis) non so se è stata una grande idea. Tornando al numero delle birre, con questa prospettiva di aumento di iscrizioni che si presenta ogni anno si potrebbe pure distinguere una tipologia dall'altra, perlomeno di evitare ad un birrificio l'imbarazzo (inevitabile rispetto al caso cream ale-kölsch, essendo qui le tipologie accorpate) di dire che la sua blond ha vinto come migliore blanche/blond.
Non che sia l'unica categoria dove sono accorpati più stili, è una cosa logica da fare dove ci sono minime differenze e la accetto dove i confini sono sottili, ma qui non mi sembra di stare a guardare il capello (mi si smentisca se sto dicendo una fesseria!).
Non credo sia solo una pippa mentale mia. Il grande pubblico se ne frega di queste distinzioni, lo so e lo sappiamo tutti, poi però non ci si lamenti della confusione che regna tra addetti ai lavori, gestori, ristoratori e publican e tra i propri clienti e consumatori più attenti che con questi riconoscimenti vorrebbero farsi un'idea per orientarsi piuttosto che per perdersi ancora di più.
Il sottobosco di birrifici premiati dà sempre spolvero al concorso, difetti e pecche a parte.
I commenti su base regionale credo siano ormai inutili, lo sarebbero meno se partecipasse un po' più del 18% dei produttori.
Non si può più recriminare per conto del movimento meridionale, ancora poco partecipe e coinvolto. A dire il vero stavolta, oltre a Puglia e Sardegna, hanno raccolto premi per la prima volta anche Calabria e Sicilia, e mi sembra qualcosa di positivo.
Nè si possono sviolinare troppo regioni come Piemonte, Lompardia, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna che hanno un tale numero di produttori e di buone birre tale da giustificare questo grande numero di premi. Risalto meritato, per carità, ma sappiamo che è quello il cuore pulsante del movimento, ho imparato a non stupirmene ogni anno perchè è semplicemente la realtà dei fatti.
Ma come si sa, chi non partecipa ha torto, per cui onore al merito di chi ha raccolto qualcosa.
La fotografia del momento brassicolo nazionale è stata scattata ed è questa. Un po' mossa, con qualcuno fuori fuoco ed altri immortalati anche se solo di passaggio, ma è quella che ci accompagnerà per i prossimi mesi.
Il concorso perfetto non esiste e Birra dell'anno rimane sempre il concorso più importante e rappresentativo che ci possa essere, polemiche comprese, legittime o meno.
Cheers!
Dieci anni di progressi, di maturazione del movimento e di crescita del concorso stesso, trainata dall'aumento dei birrifici sul suolo nazionale e dalla voglia di una parte di essi di misurarsi, sottoporsi ad un giudizio e magari raccogliere soddisfazione ed un pizzico di notorietà.
Partiamo dai numeri: 820 birre in gara provenienti da 150 birrifici, per cui parliamo del 18% dei birrifici italiani che partecipano con in media poco più di 5 birre a testa.
Non sembrano grandissimi numeri, nonostante ci siano circa 200 birre in più dello scorso anno.
I giudici quest'anno sono stati coordinati dal duo Kuaska - Flavio Boero, le cui abilità tecniche e gestionali avranno sicuramente contribuito a dare una certa piega alle sessioni di degustazione.
Le categorie in cui iscrivere le birre erano ben 26, invariate rispetto allo scorso anno. In realtà, con circa il +30% di birre presenti, qualche sforzo per distinguere certe categorie poteva essere fatto, dato che la giustificazione che si è data in passata per accorpamenti di stili non poco differenti tra loro era che le birre sarebbero state troppo poche nelle singole categorie. Mi riferisco soprattutto al caso della categoria n.17 dove le blanche devono vedersela con le belgian blond, ma anche alle categorie n.4 e n.5 che comprendono stili di ispirazione tedesca.
#bda15 @unionbirrai @beerattraction @riminifieraspa Kuaska ha indossato il microfono
— Marco Tripisciano (@Mondo_Birra) 21 Febbraio 2015
Per chi ancora non l'avesse visionata, ecco tutte le birre premiate ed annunciate via twitter da Cronache di Birra e Mondobirra.org, la cui "diretta" è stata fondamentale per chi voleva sapere qualcosa, in mancanza di comunicati ufficiali.Come ormai provo cerco di fare annualmente, segue qualche commento.
BIRRIFICIO DELL'ANNO
Birra del Borgo
1. "Italian Lager" Helles, German & Bohemian Pilsner, Zwickl, Keller, Dortmunder Export, American Lager
1-Lariano-La Grigna
2-Argo-Amberground
3-Curtense-Brixia Lager
2. Golden Ale, Cream Ale
1-Valcavallina-Sunflower
2-Birra dell'Eremo-Nobile
3-Birra100Venti-James Blonde
3. Kölsch
1-Argo-Terzo tempo
2-Kamun-Prima Lux
3-Croce di Malto-Hauria
4. Vienna, Marzen, Dunkel, Schwarz, Dark Lager, Alt, Sticke
1-Statalenove-Miss Kartola
2-Birra Elvo-Schwarz
3-Anonima Brasseria Aquilana-Special Red
5. Bock, Heller Bock, Maibock, Doppelbock, Eisbock
1-Birra Elvo-Heller Bock
2-Lariano-Falesia
3-Statalenove-J and B
6. Bitter, Pale Ale
1-Geco-Marvin
2-Foglie d'erba-Babel English edition
3-Birrificio del Forte-Meridiano Zero
7. India Pale Ale
1-Birra del Borgo-Reale
2-Gambolò-Nowhere
3-'a magara-Mericana
8. American Pale Ale
1-Birra Perugia-Calibro 7
2-Birra del Borgo-Reale Extra
3-Birra Ofelia-Uill iu bai
9. Double India Pale Ale, Imperial IPA
1-Menaresta-La Verguenza
2-Mukkeller-Hattori Hanzo
3-Math-La 10000
10. Black IPA, Cascadian Dark Ale
1-non assegnato
2-Acelum-Bela Lugosi
3-Brew Bay-Darqside
11. English/American/Scottish Strong Ale
1-Retorto-Daughter of Autumn
2-Baladin-Super Bitter
3-Piccolo Birrificio Clandestino-Santa Giulia
12. Brown Ale, Mild, Porter, Stout, Dry/Sweet Stout/Oatmeal Stout
1-Math-La 27
2-Oldo-Bart
3-'a magara-Magaria
13. Robust/Baltic Porter, Imperial Porter, Russian Imperial Stout
1-Mezzavia-Nautilus
2-Foglie d'erba-Hot night at the village Breakfast edition
3-Via Priula-Càmoz
14. Barley Wine, Old Ale
1-Birranova-Tensione evolutiva 2014
2-Baladin-Terre
3-Baladin-Xyauyù Kentucky
15. Weizen, Dunkelweizen, Weizenbock
1-Manerba-Weizen
2-Birra Elvo-Weizen
3-Birrificio Italiano-BI Weizen
16. Belgian Blonde, Blanche, Wit
1-Birrone-Heaven & Hell
2-MC77-San Lorenzo
3-Rolio Beer-Bianca Castione
17. Belgian Strong Ale, Triple
1-Birrificio del Forte-La Mancina
2-Lariano-Tripè
3-Endorama-Caliban
18. Belgian Dark Ale
1-Birrificio del Forte-Regina del mare
2-Croce di Malto-Magnus
3-Manerba-Rebuffone
19. Spezie e cereali
1-MC77-Fleur Sofronia
2-Birra Tarì-Trisca
3-Birra Terrantiga-Istadi
20. Affumicate
1-Baladin-Xyauyù Fumè
2-Birrificio del Ducato-Smokin' Joe
3-Valcavallina-Darkside
21. Affinate in legno
1-Baladin-Xyauyù Caroni
2-Birra del Borgo-Sedicigradi
3-Stradaregina-Frater Riserva 2013
22. Birre alla frutta
1-MOA-Pink
2-Birra del Borgo-Rubus
3-Retorto-Bloody Mario
23. Birre alla castagna
1-San Michele-Norma
2-Aleghe-La Brusatà
3-Luppolajo-Castanea
24. Birre acide
1-Rurale-Seta Sour
2-Birranova-Margose
3-Baladin-Nora Sour
25. Birre al Miele
1-Rurale-Oasi
2-Oltrepò-Castana
3-Baladin-Mielika
26. Birre con mosto d’uva
1-Birra del Borgo-L'equilibrista
2-Aurelio-MBV
3-Pasturana-Filare
Il Birrificio dell'anno cambia nome, stavolta è Birra del Borgo a strappare lo scettro di più premiato d'Italia. Con due ori (Equilibrista e Reale) e tre argenti (Rubus, Reale Extra, Sedicigradi) vince al fotofinish rispetto al birrificio da battere. C'è da dire che negli anni la creatura di Leonardo di Vincenzo si è avvicinato sempre più ai piani alti, dispiegando le sue migliori birre tra le categorie più svariate. A mio parere il risultato matematico è giustificato ampiamente da qualità, costanza e varietà delle sue birre e ridà un certo spolvero ad uno dei birrifici esempio per tutto il movimento italiano, che più di altri ha mantenuto salde le radici con gli stili più semplici quanto con le sperimentazioni. Premio che, però, quest'anno non avrebbe preso se il regolamento sul titolo non fosse cambiato, dal momento che da questa edizione più piazzamenti di uno stesso birrificio in un'unica categoria non vengono cumulati, prendendone solo il piazzamento migliore.
Birrificio dell'anno 2015 è @birradelborgo #birradellanno
— Andrea Turco (@cronachedibirra) 21 Febbraio 2015
Con i se e con i ma avrebbe nuovamente vinto Baladin e sarebbe stato il terzo anno di fila. Devo confessare che, se questo fosse successo, credo sarebbe stato dei tre anni l'unico in cui il birrificio capitanato da Teo Musso lo avrebbe più meritato. Le sue vittorie hanno sì continuato il solco delle birre elaborate e spinte a livelli alti di sperimentazione (oro per Xyauyù Fumè, Xyauyù Caroni, argento per Terre, bronzo per Xyauyù Kentucky e Nora Sour) ma non sono mancati riconoscimenti in categoria più "terrestri" (argento per Super Bitter e bronzo per Mielika), di reperibilità e fruibilità sicuramente migliore delle birre speciali barricate. Tra l'altro, in una delle categorie dove Baladin ha sempre dominato (Barley Wine, Old Ale), forse ha guastato la festa Birranova con la Tensione Evolutiva, oro davanti a due delle più nominate birre nate a Piozzo: soddisfazione che per il birrificio pugliese (che raccoglie anche un argento nelle acide con la Margose) vale più di un semplice piazzamento.Raccolgono pochino Italiano e Ducato, mentre fanno i pigliatutto Birrificio del Forte, l'immancabile Statalenove sulle basse fermentazioni, Retorto, Elvo, Lariano, Math, Croce di Malto, Rurale nonchè MC77 e Foglie d'erba, questi ultimi due reduci da nuovi impianti produttivi (condizione che spesso non porta risultati in tempi così brevi) ma subito pronti a rimettersi in carreggiata. Stessa cosa si può dire per esordienti come Argo, Mezzavia e 'a magara.
Tra le categorie più rappresentative La Grigna si conferma come lo scorso anno la migliore "italian lager" (qualsiasi cosa voglia dire), la miglior tripel è La Mancina del Birrificio del Forte, la miglior bitter la Marvin di Geco.
Sul territorio luppolato la (non) sorpresa è la non assegnazione dell'oro nelle black IPA come successe qualche anno fa, l'eredità dell'esule Marco Valeriani che consegna ancora un oro al suo ex birrificio Menaresta con La Verguenza, nonchè la conferma rispetto allo scorso anno della Reale come migliore IPA; soggetta a sorprese periodiche è la categoria delle APA, dove stavolta prende l'oro Birra Perugia.
Ed i freddi numeri cosa dicono? 150 birrifici partecipanti ed un totale di 78 (meno 1) premi assegnati. Non che fosse così facile essere premiati, ma occhio e croce (senza andare col lanternino a contarli uno per uno) di quei 150 partecipanti forse uno su tre ha raccolto qualcosa.
Qualche commento (chi vuole può etichettarle come polemiche, per me sono considerazioni oggettive) in più la merita la categoria delle kölsch, dove la situazione è delicata.
Vince la Terzo tempo di Argo, dichiaratamente cream ale. Le domande sono due:
-perchè una cream ale è riuscita a vincere in una categoria diversa?
-sono errati i parametri delle due categorie o è errata la definizione data alla birra dal birrificio stesso? Qualcuno dica qualcosa...perchè qui le due categorie non sono accorpate e quindi non ci si può porre il dubbio se si ispirasse all'una o all'altra tipologia (vedi situazione delle blond/blanche di cui dopo).
Ok, i due stili hanno poche differenze tra loro, sicuramente poco distinguibili se si degusta alla cieca, come in un concorso si fa. Ma allora perchè vi sono due categorie separate?
Stessa cosa per l'argento, con la Prima Lux di Kamun dichiaratamente golden ale, che snobba il suddetto contenitore cream ale/golden ale per raccogliere tra le birre ispirate allo stile di Colonia. Due indizi fanno già una prova?
L'unica ad essere realmente kölsch dovrebbe essere la Hauria di Croce di Malto, anche se talvolta premiata come kölsch, altre volte come pilsner.
Viene più di una riflessione da fare, ma basta solo dire che una cream ale dovrà e potrà vantarsi di essere la migliore kölsch italiana.
Non che sia l'unica categoria dove sono accorpati più stili, è una cosa logica da fare dove ci sono minime differenze e la accetto dove i confini sono sottili, ma qui non mi sembra di stare a guardare il capello (mi si smentisca se sto dicendo una fesseria!).
Non credo sia solo una pippa mentale mia. Il grande pubblico se ne frega di queste distinzioni, lo so e lo sappiamo tutti, poi però non ci si lamenti della confusione che regna tra addetti ai lavori, gestori, ristoratori e publican e tra i propri clienti e consumatori più attenti che con questi riconoscimenti vorrebbero farsi un'idea per orientarsi piuttosto che per perdersi ancora di più.
Il sottobosco di birrifici premiati dà sempre spolvero al concorso, difetti e pecche a parte.
I commenti su base regionale credo siano ormai inutili, lo sarebbero meno se partecipasse un po' più del 18% dei produttori.
Non si può più recriminare per conto del movimento meridionale, ancora poco partecipe e coinvolto. A dire il vero stavolta, oltre a Puglia e Sardegna, hanno raccolto premi per la prima volta anche Calabria e Sicilia, e mi sembra qualcosa di positivo.
Nè si possono sviolinare troppo regioni come Piemonte, Lompardia, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna che hanno un tale numero di produttori e di buone birre tale da giustificare questo grande numero di premi. Risalto meritato, per carità, ma sappiamo che è quello il cuore pulsante del movimento, ho imparato a non stupirmene ogni anno perchè è semplicemente la realtà dei fatti.
Ma come si sa, chi non partecipa ha torto, per cui onore al merito di chi ha raccolto qualcosa.
La fotografia del momento brassicolo nazionale è stata scattata ed è questa. Un po' mossa, con qualcuno fuori fuoco ed altri immortalati anche se solo di passaggio, ma è quella che ci accompagnerà per i prossimi mesi.
Il concorso perfetto non esiste e Birra dell'anno rimane sempre il concorso più importante e rappresentativo che ci possa essere, polemiche comprese, legittime o meno.
Cheers!
Copio e incollo da Cronache di Birra,
RispondiEliminaSignori.. Buongiorno,
sono Gian Paolo Camurri (Gippo) il birraio del birrificio Kamun.
Se può essere di chiarimento vorrei dedicare alcune righe al motivo per cui abbiamo iscritto la nostra birra “Prima Lux” nello stile “Kölsch”.
- La “Prima Lux” riprende lo stile “Kölsch” in ogni suo aspetto, in particolar modo si è lavorato sul processo di glicolisi per avere la nota caratteristica di aldeide acetica, a nostro avviso elemento importante e distintivo dello stile. (Da questo lavoro ha preso vita nel 2011 anche la Res Rosa). Questa premessa solo per indicare la volontà ed il lavoro che c’è stato per ottenere lo stile in oggetto.
- L’azienda nasce come microbirrificio, quindi vendita a terzi. A molti puristi farà storcere il naso, ma dal punto di vista commerciale chiamare la propria “chiara” di punta “Kölsch” non sarebbe stata una scelta propizia. Abbiamo quindi optato per indicare al pubblico lo “stile di riferimento” ed in etichetta indicare SOLAMENTE “birra chiara ad alta fermentazione”.
tutto qua.
Saluti birrofili
Gippo
Salve Gian Paolo.
EliminaSu "birra chiara ad alta fermentazione" non vedo problemi, dato che il regolamento BdA2015 per la categoria kölsch accetta esplicitamente fermentazione ibrida.
È quel "stile: golden ale" sul sito Kamun che fa arricciare il naso e fa chiedere perchè la Prima Lux (onore al merito) non sia stata iscritta nella categoria golden ale. Potresti spiegarci brevemente la scelta?
Ciao Angelo,
Elimina- Lo stile "Kölsch" è ad alta fermentazione, se si vuole essere fedeli allo stile.
- Stile "Golden Ale" compare sui folder pubblicitari e non sull'etichetta o sul link "le birre i riconoscimenti" come ho spiegato nel secondo punto, riporto:
- L’azienda nasce come microbirrificio, quindi vendita a terzi. A molti puristi farà storcere il naso, ma dal punto di vista commerciale chiamare la propria “chiara” di punta “Kölsch” non sarebbe stata una scelta propizia. Abbiamo quindi optato per indicare al pubblico lo “stile di riferimento” ed in etichetta indicare SOLAMENTE “birra chiara ad alta fermentazione”.
Visto la similarità degli stili, era semplicemente più vendibile l'indicazione "Golden Ale" rispetto a "Kölsch" (più per appassionati ed addetti al settore).
Grazie, spero di essere stato esaustivo.
Ciao Gian Paolo.
EliminaConosco ed apprezzo molto le kölsch e la splendida Colonia. Ed immagino anche tu: proprio questo rispetto per lo stile, a mio modesto parere, avresti potuto e dovuto descriverla come birra ispirata alle kölsch (non mi sembra una parolaccia...non capisco perchè dovrebbe farla risultare così meno vendibile) dando così dignità a questa birra meritevole di premio. Metterle il vestito di golden ale per poi cambiarlo in altri contesti è un'operazione che, da consumatore, non mi esalta.
Spero di assaggiarla in futuro.
Grazie per il tuo contributo.
Purtroppo nell'"impresa microbirrificio" sono molteplici gli aspetti da valutare che evadono dalla pura poesia produttiva,ma personalmente accetto e condivido la critica. Buona giornata.
EliminaAvrei voluto in classifica anche questa del sud Italia.. http://www.southinitaly.com/it/39-birra-gaudea peccato!
RispondiEliminaA giudicare dalle perle scritte sul sito del birrificio, la vedo dura...
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