La Polonia che scommette sui propri luppoli
(...e che luppoli!)

I riflettori sulla Polonia si sono ormai accesi.
La curiosità stimolata da qualche beer hunter, le novità che girano sul web ed i (seppur frivoli) riconoscimenti di ratebeer che vedono primeggiare due birrifici polacchi tra i primi dieci nuovi birrifici emergenti stanno facendo ormai conoscere i nuovi fermenti di questa terra in buona parte del mondo birrario.
Per me questa è l'ennesima volta che mi tuffo in queste produzioni, avendo avuto la fortuna di andarci ed avendo un caro amico che facendo la spola tra la Puglia e Varsavia può portarmi qualche bella birra.
Fin qui tutto facile. Il problema è stato orientarsi nello scegliere che birre farmi portare, al netto della lingua e dei nomi dei birrifici.
Fortunatamente ho potuto contare sulla scrematura che il gestore del beer shop di Varsavia Piwomaniak, Pawel Kociel, fa ad ogni mia richiesta su stili e/o ingredienti desiderati. In più ho potuto contare su qualche dritta datami da tale Tomasz Kopyra, blogger e vlogger oltre che giudice BJCP, che tra recensioni e degustazioni sta tirando su un bel po' di interesse anche nella fredda Polonia.


Avendo già affrontato il campo delle baltic porter e dei grodziskie, di cui ho comunque comprato nuovamente altri esempi, stavolta mi sono limitato a sfruttare quello spazio riservatomi nella valigia altrui soddisfacendo un altro motivo di interesse, anch'esso potenziale punto di forza di questo Paese: i luppoli.
Le informazioni da ottenere a riguardo sono sempre complicate, nonostante siano i territori intorno a Lublin, Poznan ed Opole tra le regioni più importanti per questa coltivazione, e non solo in tempi recenti. Addirittura sul libro Progettare grandi birre si parla del Lubelski (detto anche proprio Lublin) come parente e discendente del Saaz, spiegando non fosse disponibile in occidente prima dell'apertura della Cortina di ferro.
Una sorta di elenco può essere quello fornito su Polish Hops, tra cui oltre al Lubelski ci sono le varietà Tomyski, Sybilla, Oktawia, Izabella, Pulawski, Marynka, Iunga, Magnat, in parte snocciolati qui in merito alle proprie caratteristiche e composizione di olii.
Come è facile intuire, si tratta di luppoli sostanzialmente simili a varietà ceche e slovene nonchè alle più recenti innovazioni tedesche, con tratti agrumati e terrosi vicini a quelli dei luppoli nobili più noti, ma con qualche marcia in più sull'intensità e sul ventaglio organolettico più spinto sul floreale, distante anni luce dallo sfarzo ai quali molti luppoli americani ci hanno abituati ultimamente.
Valeva la pena approfondire un po', mi sono detto, ed allora ho tentato la sorte con queste tre birre.


La prima stappata è prodotta dai tuttofare di Pinta e si chiama Pierwsza Pomoc, che starebbe per "pronto soccorso", ovvero per una birra da bere in qualsiasi momento ci sia un'emergenza: in sostanza, quando ci sia sete.
Birra lager chiara di 4,2%alc., luppolata in abbondanza fino a giungere a 33IBU, utilizzando le varietà Lubelski e Marynka, fermentata con lievito secco W34/70 (che è uno dei più utilizzati, anche in Italia, per esempio da due birrai esemplari come Arioli e Dal Cortivo).
Aromi molto fini, avvertibili solo in un secondo momento a bicchiere alleggerito: le prime impressioni suggeriscono mandarino ed agrumi delicati, un tocco di melone e poi fiori d'arancio. Trovo qualche punto di collegamento con le poche parole espresse qui in una conversazione proprio sul Marynka, dove si accostano i suoi aromi a quelli del cedro e dove Kuaska parla di somiglianze col ribes bianco; altri tirano in ballo anche la liquirizia, tutti descrittori che mi sembrano giusti.
La birra è di una semplicità e di un'eleganza difficile davvero da descrivere con parole, con un corpo snello e secco nonostante lievissime suggestioni di miele, fortunatamente non condizionate troppo dalla presenza di malti caramello. Bella anche la chiusura, con un chirurgico amaro basso e lungo.


La seconda birra in questione è del birrificio Kormoran e si chiama Warminskie Rewolucje. Da questo gran bel birrificio raccontano di essersi ispirati alle Edel Hell, termine che scopro oggi riferirsi alle basse fermentazioni chiare (hell) che utlilizzano luppoli nobili (edel, appunto), ed in senso lato, ci si riferisce anche all'utilizzo di materie prime di livello elevato. La rivoluzione starebbe nel fatto che, così come fu sconvolgente l'introduzione della bassa fermentazione su scala industriale nel secolo scorso, così lo sono potenzialmente l'impiego di luppoli polacchi in queste birra, derivata dalla loro ormai collaudatissima hell Olsztynskie. Ancor più eretica per loro, se vogliamo, è la scelta di amaricare con l'aromatico Sybilla e donare aroma con l'amaricante Marynka, creando una hell molto interessante da 5,2%alc.
Gli aromi sembrano già diversi da quelli espressi dal Lubelski combinato col Marynka della precedente bevuta: qui si rivela tutta la loro intensità legata a qualche nota resinosa pulita e ad agrumi gentili pur sempre delicati, come il pompelmo. In bocca il sorso è leggermente grezzo a causa di una gasatura decisa ma piacevole, ma è inutile raccontare la semplicità con cui disseta ed allieta il palato bilanciando i placidi toni maltati con un amaro avvertibile e tutt'altro che oppressivo, con una discrezione che non è da tutti.


Ultima birra è ancora una produzione di Kormoran, coincidenza non voluta in quanto tra le varie linee produttive non immaginavo queste due provenissero dallo stesso birrificio. Il birrificio della regione di Warmia, ritratto nella serigrafia in etichetta, ha svolto un lavoro di valorizzazione dei luppoli polacchi dedicando loro, tra le tante linee e marchi produttivi, la serie denominata PLON, che starebbe per PL (sigla automobilistica polacca) is ON ma che in polacco starebbe anche per "raccolto", comunicando il messaggio che la Polonia c'è, riferendosi in primis alle potenzialità dei propri luppoli e quindi delle proprie birre.
Il protagonista centrale è proprio il luppolo ed è dal 2011 che è cominciata la coltivazione in proprio di alcuni delle più note cultivar, dopo recenti fenomeni meteorologici abbattutisi nell'area di Lublin distruggendo molti raccolti e determinando una scarsa disponibilità degli stessi. La prima birra PLON è andata in produzione del 2013 in occasione del 20° anno del birrificio e pare sia stata tanto un successo da determinarne la comparsa del progetto in pianta stabile.
Attualmente quelle che producono sono quattro (distinte per colori) di cui una IPA con Sybilla fresco in coni (Zyelony, verde), una IPA con Marynka in coni (Czerwony, rosso), una lager con Sybilla e Marynka in coni (Niebieski, blu) ed una IPA (Brazowy, marrone) con luppolo Sybilla in coni.
È proprio quest'ultima, la PLON Brazowy, quella reperita.
C'è da dire subito che qui questo termine IPA (in verità presentato come Polish-IPA in etichetta, ed effettivamente in questo contesto ha decisamente un senso rispetto ad alte storpiature regionali italiane!) è sì riferito ad una produzione ad alta fermentazione e ad una copiosa luppolatura, ma l'effetto finale di pulizia e di leggerezza nella bevuta fa tranquillamente pensare ad una bassa fermentazione con tanto luppolo, di cui suppongo una lagerizzazione da manuale sia la responsabile.


Al naso questa birra batte le precedenti per intensità e per l'effetto sorpresa che queste fragranze di pompelmo ed ancora di cedro e fiori di pesco, con un contorno erbaceo neanche così inavvertibile.
Il colore è quasi dorato e la schiuma molto persistente, non meno delle altre due birre precedenti.
In bocca ci si aspetta qualche tono caramelloso fastidioso, invece non v'è quasi traccia: il corpo è alquanto robusto e rotondo, sembra quasi di avvicinarsi a quello di una pils ceca, con uno strato sottostante di leggere resine di pino avvertibili anche in bocca.
I 6,2%alc si sentono pochissimo, così come le 50 unità di amaro dichiarate.
La data di scadenza lascia ancora pochi giorni di vita, ma è una bella scoperta quella che faccio sul sito di Kormoran dove dichiarano su queste birre PLON una shelf life di appena 3 mesi (sulla Rewolucje è di 6 mesi, poco male). Questo sì che si chiama rispetto per il prodotto, per la qualità e per il consumatore. Per non parlare del prezzo, che col cambio euro-zloty fa costare questa birra appena 2,50€/litro. Da non credere.
Per avere un'idea della versione con luppolo Sybilla fresco, la Zielony, ecco un video dello stesso Tomasz Kopyra (uno dei pochi in inglese).

Una postilla (non) la meritano la grodziskie Grod Krola del birrificio Jan Olbracht, dove l'affumicato era assolutamente introvabile così come il classico lato acidulo del frumento, e la baltic porter Porter 22 del birrificio Ciechan, monocorde nel suo ricordo di cacao e cioccolato e con una ingombrante presenza di sensazioni di ciliegia sotto spirito e frutti rossi come il ribes nero. Definita la migliore baltic porter polacca da più di uno, ma un po' sotto le aspettative per me rispetto ad altre birre bevute su questo stile.


In chiusura c'è da ribadire la freschezza, l'originalità e la oggettiva qualità di questi luppoli polacchi, che qualcuno in Italia ha già cominciato ad usare, più nell'homebrewing che in birre rintracciabili in commercio (se la ricetta non ha subito variazioni un esempio sarebbe la Tuvi Tuvi di Barley, ma c'è qualche altro caso).
Con queste materie prime, con la tradizione e l'esperienza sulle lager (ah...dimenticavo, anche queste cinque birre sono tutte pastorizzate e non filtrate, alla faccia delle definizioni sull'artigianale italiana) e con fiori all'occhiello come i già citati stili grodziskie e baltic porter, con abitudini e consumi di birra molto molto elevati, il movimento polacco direi può tranquillamente ambire ad essere una delle più originali ed esaltanti novità europee, con più carte da giocare rispetto alle realtà di altri emergenti come Francia e Spagna o alla scena scandinava partita a mille e poi fermatasi su muscolose scelte scontate.
Il paradosso è che la scena USA e soprattutto UK di questi luppoli se n'è già accorta da un pezzo: vedi la lista di birre esplicitamente contenenti Marynka e Lubelski soprattutto, estrapolate da una veloce ricerca su Ratebeer.
Continuerò a berne altre ogni qual volta la valigia del mio amico avrà del posto libero per me.

Cheers!

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